Primapersona n. 3 |
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L’adolescenza, dicono gli studiosi, è l’età del “malessere necessario”. Sociologi, antropologi, psicanalisti, ascoltano ragazze e ragazzi e concludono concordemente che il divenire adulti costa fatica. Così, nelle società moderne dell’Occidente, è diventato quasi un obbligo che i giovani restino tali il più a lungo possibile, in un indulgente protrarsi di quel famoso “malessere”, che in realtà è lo specchio dell’odierno mondo adulto in crisi. Dal canto loro, gli adulti, anche per assolversi dalle responsabilità di non sapere più proporre strade naturali per il passaggio alla loro età, incoraggiano gli stati critici delle nuove generazioni, invogliandole a non chiedere quello che non può subito essere concesso. In questo numero della rivista cerchiamo di vedere come, attraverso il piacere della scrittura di sé, a volte i giovani cerchino di uscire dall’insoddisfazione generale e di dare a sé la loro vita senza badare ai timori dei grandi, per passare al più presto dal “malessere necessario”, almeno a una inquietudine motivata. Saverio Tutino
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con le fotografie di
photo editor Giovanni Santi
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