Camilla Restellini Stampa

Camilla Restellini - foto di Giovanni nel 1933

Una donna coraggiosa
memoria 1874-1949

Camilla Restellini
nata a Milano nel 1910
morta nel 1993 

Venni arrestata il 20 marzo 1947 alla stazione di Aosta, di ritorno da una giornata trascorsa a Torino, dove ero iscritta al primo anno di lettere, sperando di riprendere una vita privata, dopo l’esilio, dopo la guerra. Ero col piccolo Socrate. Fui portata alla vicina questura. Ho continuato – e ancora continuo – a sentire la manina fortemente stringere la mia, quando ci separarono: ero arrestata. Giovanni era già in carcere e gli altri tre ragazzi affidati ad enti assistenziali. Chi scrive è Camilla Restellini, socialista e pacifista. Giovanni, suo marito, è Giovanni Bassanesi, a sua volta socialista e pacifista, fotografo e intellettuale. Socrate è l’ultimo dei loro quattro figli, fratello di Pietro, Anna ed Eleonora. L’arresto di cui scrive Camilla nella sua memoria è solo l’ultimo subìto dai due coniugi, giunto in un momento inaspettato, dopo la fine della Seconda guerra mondiale e per motivi oscuri e pretestuosi: due vicine di casa avevano sporto denuncia per maltrattamenti ai figli. Fin troppo facile rinvenire nelle vere ragioni della denuncia il desiderio di riappropriarsi di uno stabile occupato dai Bassanesi; fin troppo facile comprendere che il filo teso delle persecuzioni politiche subite per anni non era stato reciso dalla fine del conflitto e dalla caduta del regime. Questa è la violenza degli intellettuali redenti antifascisti aborrenti il manganello, dimentichi di aver portato la camicia nera, eppur sempre fascistissimi nell’uccidere irridendo e infangando, con l’abuso dell’arma legale, lo scomodo veterano. Chi giudicherà i giudici? Giovanni era stato arrestato la prima volta nel 1930, in Svizzera, dopo aver compiuto uno spettacolare volo aereo su Milano per lanciare vo- lantini antifascisti con l’invito a "insorgere" e "risorgere". Esiliato, aveva conosciuto le carceri di mezza Europa incluse quelle spagnole, accusato di essere un agente provocatore nel corso della guerra civile. Tornato in Italia nel 1939 veniva di nuovo fermato e confinato a Ventotene per aver diffuso volantini inneggianti alla pace insieme a Camilla, che veniva lasciata libera solo in virtù della giovane età dei figli. Per Giovanni Bassanesi iniziava così il periodo più duro: inviso ai carcerieri dell’isola di Ventotene veniva spedito più volte in manicomio, tra Napoli, Nocera Inferiore e Collegno. Dopo oltre due anni di trattamenti disumani la moglie riusciva ad ottenerne l’affidamento. Bassanesi rientrava ad Aosta nell’aprile 1942 in condizioni precarie: la salute intaccata e il suo impegno politico, tutto ciò per cui si è battuto nella vita, trasfigurato dal regime nell’incapacità di intendere e di volere. Ancora arresti e persecuzioni durante la Resistenza e una vita che non riusciva a prendere il suo corso. L’epilogo dopo la denuncia per maltrattamenti ai figli: Giovanni termina i suoi giorni nel manicomio di Montelupo Fiorentino, Camilla lotta per non fare la stessa fine all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Non scrivo un romanzo. Non importa come vissi. Tutti gli orrori che si sono detti sul manicomio, e sul manicomio criminale in particolare, sono veri. Sono soltanto contenta di avere vissuto questa esperienza perché mi ha permesso di capire fino in fondo l’orrore nel quale è vissuto Giovanni. Morto Giovanni veniva a cessare per me ogni altra preoccupazione se non quella – terrorizzante – che anch’io potessi scomparire e che i figli crescessero in ospizi e collegi e si portassero per tutta la vita la tara dei figli di due "folli criminali". Chiesi di lavorare. Fu da quel momento che Suor Anna Gentilini cominciò a notarmi, mi soppesò, mi mise alla prova, poi mi prese per mano decisa di liberarmi. Camilla riesce nell’impresa di non farsi dichiarare "incapace". Sopravvive anche alla morte del piccolo Socrate e nel 1949 torna a casa, si ricongiunge agli altri bambini, con i quali si trasferisce a Roma e comincia, nonostante tutto, una nuova vita.

 

 

 

Il programma della 35^ edizione:  

copertina35 di noiesposizionigiovedì 12 settembrevenerdì 13 settembresabato 14 settembredomenica 15 settembrepremio tutino giornalistapremio città del diariofinalistipremi specialiprogettispettacolinovità editorialidownloadattivalamemoriasostenitoricrediticontatti

dona ora

seguici su facebookseguici su twitter

logo premiopieve2019