Skating Clementina diario 1911-1914
Clementina Ravegnani nata a Ferrara nel 1893 morta nel 1987
Ferrara – 28 maggio 1911. Oggi che compio diciotto anni e che dall’adolescenza entro nella giovinezza, apro la prima pagina di questo album, destinato a essere il mio confidente ed il mio amico, durante gli anni felici della mia gioventù. E queste bianche pagine avranno la vita della mia penna, e sorrideranno anch’esse col mio cuore felice, o piangeranno insieme alla mia anima sconfortata e triste. Clementina prende la parola in un tempo ancora dorato per l’umanità, il crinale della Belle Époque, vigilia della stagione delle guerre mondiali e del dolore. In una cittadina della provincia italiana le giornate della giovane borghesia piroettano intorno a una pista di pattinaggio. 31 maggio 1911. Credo che mai dimenticherò questa bella riunione, dove tanto ho sorriso, dove la gaia gioventù e l’allegria hanno sempre regnato sovrane. Là la mia anima si è schiusa alla vita divertente e spensierata ed ha conosciuti i primi cimenti, le piccole chimere della gente società. Quel lasciarsi trasportare dai pattini, in una corsa vertiginosa, fa sembrare di essere in preda ad una forza superiore che vi avvince e vi trascina. Da parecchi mesi vado allo skating e durante questo tempo ho notato tante cose e ho perduto un po’ della mia tendenza fanciullesca fino ad ora avuta. Ho viste sciocche simpatie, basate su falsi amor propri, su tendenze biasimevoli, ma ne ho notate anche di quelle naturali e spontanee, di quelle dettate dal cuore e dal sentimento. Come quella che nasce con Vittorio Chailly, il futuro marito. L’approccio è prudente, come richiedono i costumi dell’epoca. Il cuore frena, le gambe sfrecciano. Sempre sui pattini. La sera si è iniziata con una gynkana divisa in tre parti. In questa gara io avrei dovuto andare con Chailly, perché si può dire che si è imparato insieme e che realmente ci si combina a pattinare ed a parlare. Ma le chiacchiere della gente, l’educazione di lui, la prudenza da parte mia, hanno fatto sì che siamo andati in gara ognuno per conto nostro. La gincana dell’amore deve aggirare le inibizioni imposte dall’occhiuta vigilanza dei genitori di Clementina, che cercano di dirigere a distanza i comportamenti della figlia. Ieri sono stata allo skating: sono stata troppo con Ch; la coscienza me lo diceva e la mamma me lo ha rimproverato dicendo che lei ha poche parole e pensa ai fatti e che se non faccio a suo modo sto a casa! Oh! Non so più che fare... Le costrizioni provocano malintesi, a volte sfociano in tensioni fugaci che durano fino al successivo giro di pista. Mentre comincia a sentirsi l’eco di un conflitto lontano nello spazio ma carico di cattivi presagi, come quello che si combatte in Libia. 30 settembre 1912. Ieri sono state richiamate altre due classi alla guer- ra, nelle quali sono compresi miei conoscenti, amici e parenti di alcune amiche mie. Ciò mi ha tanto turbata e mi ha fatto pensare all’angoscia tremenda che io soffrirei se uno dei miei cari dovesse lasciarmi, col pericolo di non più rivedermi. Sono invece gli studi al Politecnico di Torino a portare Vittorio lontano da Ferrara per dei tempi lunghi. Fino all’estate del 1914. Il 22 agosto ci siamo fidanzati! E con questa bella data, con il raggiungimento di tanti miei sogni, di tutti i miei più vivi desideri, io chiudo questo diario. Ora tutto ciò che il cuore prova, che la mia anima sente, che la mia mente pensa, io lo dirò al mio Vittorio, che ora più che mai occupa la mia vita presente e avvenire. E posso dire di essere veramente felice! 22 agosto 1914 a Rimini. Fine. Ma la felicità deve attendere. Nel dicembre del 1915 Vittorio è richiamato a combattere la Grande Guerra. Solo tre anni dopo nell’ottobre del 1918, alla vigilia dell’armistizio, Clementina riuscirà a sposarlo.
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Il programma della 34^ edizione:
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