L’economia è in crisi, la politica è in crisi, la società è in crisi, la religione è in crisi: la memoria no, la memoria non è in crisi. La memoria è un bene rifugio, uno di quelli che mantengono sempre il proprio valore e lo accrescono persino, quando le cose vanno male. La memoria è un bene rifugio, uno di quelli che mantengono sempre il proprio valore e lo accrescono persino, quando le cose vanno male. Quando non si ha più il coraggio di guardare al passato per misurarsi con i propri errori e al futuro, per timore non riuscire a immaginarlo. Allora si setaccia la memoria in cerca di risposte sempre più difficili da trovare e noi, che abbiamo riserve piene di materiale prezioso, ci sentiamo ancor più in dovere di prestarlo, o regalarlo, a chiunque lo richieda. Accumuliamo e prestiamo memoria a interessi zero: questo è il nostro mestiere, lo facciamo da sempre e a prescindere dall’andamento dello spread. Ma non per questo pensiamo di non poterci migliorare con proposte che offrano alla memoria nuove prospettive di crescita. Così abbiamo concepito la 29esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, come un’apertura del nostro mercato, un momento di incontro tra domanda e offerta: presenteremo gli investimenti in memoria che abbiamo sostenuto e vi rendiconteremo gli incassi (sempre in memoria) che abbiamo ottenuto e contiamo di ottenere nei prossimi anni. Ospiteremo le proposte di quanti operano in mercati complementari al nostro e daremo vita a joint venture in ogni settore: dall’editoria al teatro, dal cinema alla musica, dalle istituzioni al turismo. Nell’economia del nostro Premio, è proprio il caso di dirlo, faremo circolare beni valoriali materiali e immateriali di ogni genere: da quelli tradizionalmente agganciati alla manifestazione e legati ai temi dell’autobiografia e dell’individuo, della storia dal basso e dell’identità collettiva, a quelli strettamente connessi con questa edizione. Alcuni più facilmente spendibili e godibili (scrittura visiva, maternità, alfabetizzazione, sport, gastronomia, digitalizzazione, politica, tecnologia) altri invece che esigeranno e ci costeranno una tensione emotiva profonda (uxoricidio, Shoah, delinquenza). Venditori e acquirenti, protagonisti delle compravendite di memoria alla Borsa di Pieve Santo Stefano, saranno come da sempre le persone comuni che anche quest’anno porteranno in piazza le proprie storie di vita già divenute diari, memorie ed epistolari. Volete saperne di più sul programma di quest’anno? Allora seguite l’andamento del nostro listino, continuate a collegarvi a questa pagina, sarà costantemente aggiornata fino al 13 settembre e piano piano vi sveleremo (quasi) tutti i contenuti della prossima edizione. |