“La parola e il Tempo” si ricongiungono al Lenzuolo |
Mostra d’arte ispirata al Lenzuolo di Clelia Marchi, Pieve Santo Stefano 13-14-15 settembre. La mostra “La Parola e il Tempo” è nata come «un omaggio a Clelia Marchi, come un riconoscimento a questa donna straordinaria che aveva compiuto un gesto di una potenza unica: quando sono venuta a conoscenza della sua storia ho immaginato di organizzare una collettiva, chiamando a raccolta - mi verrebbe da esclamare “ancora una volta!” – quegli artisti che avevano lavorato a lungo anche con mio marito». Il risultato è sorprendente e gli spettatori del 29esimo Premio Pieve Saverio Tutino, che si svolgerà a Pieve Santo Stefano dal 13 al 15 settembre, avranno il privilegio di poter ammirare con i propri occhi 14 opere, di altrettanti artisti verbovisuali, collocate nella suggestiva cornice del Tempietto di Colledestro: un’opportunità unica… Cosa prova Anna Spagna Bellora all’idea che, a settembre, la mostra “La Parola e il Tempo” venga allestita a pochi passi di distanza dalla teca che conserva il Lenzuolo di Clelia Marchi? È per me una grande emozione: quando è nata l’idea della mostra io avevo conosciuto Clelia attraverso il libro pubblicato da Mondadori: non conoscevo ancora questa realtà di un archivio dedicato alle scritture autobiografiche. È stata una scoperta recente e devo dire molto piacevole: è bello sapere che esiste un luogo che si occupa della conservazione e della promozione di testimonianze uniche come quelle della nostra Clelia. Cosa l’ha colpita del “diario” della contadina di Poggio Rusco? La sua scrittura ruvida, quel suo incedere sgrammaticato e non colto rende l’idea di un’Italia povera, di un’Italia contadina ma che conserva sentimenti in via di estinzione. Mi piacciono queste donne di una volta, sono capaci di esprimere valori sinceri, in cui credere tanto è vero che io ho voluto intitolare il mio lavoro “Gnanca na busìa” (titolo del libro Mondadori, n.d.r.) citando proprio la frase che Clelia scrive sul suo lenzuolo, garantendo ai lettori che quel che c’è scritto sopra è solo verità. Devo dire che l’utilizzo del linguaggio, del suo linguaggio, ai miei occhi ha prodotto un fatto estetico. Che ha ispirato la mostra. Nella quale ha coinvolto i massimi esponenti dell’arte verbo visuale: come hanno risposto al suo appello? Con entusiasmo: con questi artisti, che sono professori, letterati e intellettuali che hanno lavorato sul linguaggio, abbiamo una lunga consuetudine fatta di collaborazioni e lavori straordinari. Ognuno ha manifestato un approccio diverso al tema, trattando in maniera diversa l’idea della parola sul lenzuolo, producendo opere che vale la pena di apprezzare nella loro peculiarità. E che potranno essere apprezzate, dal 13 al 15 settembre, a Pieve Santo Stefano: un’opportunità unica. (l’intervista è a cura di Nicola Maranesi)
|