L'espresso di mezzanotte

copertina del volumeL’espresso di mezzanotte
presentazione delle memorie di Andrea Luschi
con Giuseppe Casadio,
Patrizia Di Luca e Bruno Ugolini

ore 11.00
Logge del Grano

letture di Grazia Cappelletti 

Andrea Luschi, toscano, macchinista delle ferrovie, ha vinto il Premio LiberEtà, XV edizione, rievocando in maniera efficace e suggestiva l’antico mondo dei ferrovieri e le sue trasformazioni. Quindici quadri, “piccole preziose tracce di vita” in cui si muovono personaggi molto diversi fra loro, attratti dalla magia del treno.
Storie “impastate con la ghisa”, proprio come Dighedò, il vecchio macchinista della locomotiva a vapore. E di personaggi ne incontra molti Andrea Luschi nel lungo viaggio sui binari della memoria: fra treni e vaporiere spunta Gemisto, il macchinista-pugile, detto anche Resisto per via di un incontro di boxe
finito male; il campione di scacchi che fra una stazione e l’altra intavola partite “volanti”; la Biondina; la figlia del casellante; Ceppo detto così per le sue “fisime sul freno”; Bùccica con il suo eterno “mezzo toscano”; Cencio che “scandisce la giornata seguendo il traffico dei treni” e che muore per aver lanciato un sasso contro il treno del re. C’è il ciclista in fuga che con la complicità del casellante, ruba qualche minuto di vantaggio al gruppo grazie al sopraggiungere del treno al momento giusto, il giorno che il Giro d’Italia transita da quel passaggio a livello. E poi c’è Nello, il macchinista del primo Pendolino, la cui vita è completamente dedita alle ferrovie, vittima di un destino beffardo... 
Un mondo reale che tuttavia si concede all’immaginazione e alla fantasia.
La vita dentro e intorno alle stazioni brulica di storie, mentre i treni vanno su
e giù per il Paese, un mondo che si muove “con” e “attorno” al treno e che assieme al treno si trasforma. 

LiberEtà e Archivio diaristico
hanno avviato una collaborazione dal 1998.

 

 
 
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