Se non sarò me stesso

 

Se non sarò me stesso opuscolo 15x21 DEFINITIVO BASSA 1 page19 image26
Diari e volti dalla Shoah 
compagnia 
Teatro dell’Argine

ore 21.15
Teatro Comunale

con Giada Borgatti, Micaela Casalboni,
Lea Cirianni, 
Deborah Fortini, Ida Strizzi
drammaturgia Nicola Bonazzi,
Azzurra D’Agostino, Vincenzo Picone

regia Andrea Paolucci


C’è Dora, polacca, studentessa di medicina a Bologna deportata ad Auschwitz: sopravvivrà perché “medico”, costretta a scegliere quali delle sue compagne mandare a morte e quali invece tentare di curare. C’è la piccola Ave, reclusa nel campo di smistamento “Neue Heimat” a Dresda con tutta la famiglia, dove, nonostante tutto, continua a gioire della vita, con innocenza e ostinazione. C’è la tenace Bianca, partita da Napoli per rifugiarsi sui monti dell’Abruzzo, dove perderà buona parte della famiglia in una notte di bombardamenti. C’è l’anglo-italiana Fanny che, dopo la liberazione dal campo tedesco di Biberach, torna in un’Italia che non riesce più a riconoscere. C’è Fiorenza, adolescente agiata in fuga per mezza Europa nell’attesa di ricongiungersi al padre Oscarre, deportato a Mauthausen. C’è Adelina, brillante avvocato parmense, che riesce a fuggire in Palestina con il marito Ettore prima che tutto precipiti, andando incontro ad anni di sacrifici e privazioni. Eccole, ve le abbiamo presentate. Chi sono? Sono donne. Sono donne che hanno scritto storie. Sono donne che hanno scritto storie di chi ha vissuto in prima persona la Shoah. Sono donne che hanno scritto storie di chi ha vissuto in prima persona la Shoah raccontandola attraverso i propri diari. Sono donne che hanno scritto storie di chi ha vissuto in prima persona la Shoah raccontandola attraverso i propri diari e ispirando lo spettacolo teatrale che state per vedere. ‘Se non sarò me stesso. Diari e volti della Shoah’ è opera della compagnia Teatro dell’Argine, per la regia di Andrea Paolucci, in collaborazione con l’Archivio diaristico nazionale. È il desiderio di offrire un nuovo strumento di espressione a chi ha già trovato il coraggio, spesso dopo molti anni, di riversare su una scrittura intima e privata il carico degli orrori e dei dolori lungamente repressi, primo passo di un complicato percorso di confronto con se stessi e con gli altri sulle esperienze vissute. Nella resa delicata e fedele del passaggio dalla scrittura intima alla rappresentazione teatrale tutto il valore aggiunto di uno spettacolo che, per stessa definizione della compagnia Teatro dell’Argine, non vuole essere spettacolare. È il teatro che si mette al servizio di sei storie e fa posto a sei donne, alle loro parole, ai loro volti, alle loro vite in qualche modo ripartite dopo quelle atroci violenze.

a seguire Natalia Cangi incontra Daniele Finzi
curatore del volume ‘Parole trasparenti’ (Il Mulino, 2013) di Ettore Finzi e Adelina Foà, vincitore del Premio Pieve 2011, da cui è tratta la storia di Adelina

Leggi l'intervista a Andrea Paolucci

 
 
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