Antonio Cocco Stampa E-mail

Antonio CoccoRidotta Isabelle
epistolario 1952-1954

Antonio Cocco
nato a Padova nel 1933 morto nel 1954

In un giorno di aprile o maggio del 1954, il ventenne Antonio Cocco nato a Padova e cresciuto a Venezia, muore difendendo la Ridotta Isabelle a Dien Bien Puh, in Vietnam, combattendo sotto la bandiera della Legione Straniera francese la guerra d'Indocina. D. B. P. 14-3- 54 Carissimo papà. Ultime notizie... e posso dirti che non sono troppo belle. Continuano piovere colpi di mortai 81 e cannone 75 e 105 da tutte le parti del nostro posto,tutta la notte in allerta,in vari punti i Viet hanno cercato di far saltare il filo spinato. Naturalmente i feriti sono molti e pure i morti cominciano ad aumentare. Sai che vuol dire oltre 400 mortai 81 ed un centinaio di cannoni... bazzecole se cominciano a tirare assieme non si resta nemmeno uno.Il bello è poi che loro sono tra la boscaglia, ben nascosti e noi siamo nella valle a fare da bersaglio. Ma me la caverò anche questa volta ne sono certo pur ammettendo che se Dio non avrà misericordia di noi, sarà un vero massacro. Forse quando riceverai questa mia il pericolo sarà passato oppure... meglio non pensarci. T'abbraccio con affetto. Toni. Meglio non pensarci Toni, meglio non pensare a come sei capitato in quell'incubo in cui hai perso la vita. Fa rabbia la storia che raccontano 165 lettere spedite alla famiglia in due anni. Anelli di una catena ininterrotta di episodi soffocanti e incontrovertibili. Maleficio che non si spezza. Il 24 maggio 1952 Antonio è ancora seduto sui banchi di scuola, terzo anno di ragioneria, a un passo dagli affetti di casa. Un'interrogazione andata male, la minaccia di una bocciatura, un gesto di ribellione punito con il rinvio a ottobre in tutte le materie. E una scelta impulsiva, enorme. Scappare in Francia in compagnia di un amico. Sidi-Bel- Abbes [Algeria] 18-6-1952 Caro papà non so nemmeno come cominciare questa lettera e se avrò il coraggio di spedirla perché mi sento tremendamente vigliacco. Avrei voluto scriverti sin dal primo [momento] che entrai in Francia clandestinamente ma non potei se non al porto di Marsiglia e di nascosto. In mezzo, l'arresto. La prima cittadina in cui ho alloggiato con i ferri ai polsi, in Francia è Modane. Non ti dico quel che ho dovuto subire per passare il confine clandestinamente. 28 ore di marcia, tra cui 6 in un nevaio di notte con le scarpe da ballo e vestitino estivo, braccati dalla finanza che ci sparava dietro e con la fifa dei lupi. Da Modane ci hanno sbattuti a Chambery, poi a Lione. E la minaccia. Appena fui preso il tenente mi disse queste testuali parole: "Hai due vie... o ti iscrivi alla Legione Straniera e rimani in Francia o ti rimpatriamo e ti dovrai fare 2 o 3 mesi di prigione" fece una bella pausa significativa e aggiunse "E credi poi che tuo padre ti riaccetterà a casa?" Comprendi bene che dinnanzi a questo non avevo molto da scegliere e accettai la Legione. L'addestramento feroce, le punizioni e le violenze faranno rimpiangere ad Antonio, ogni giorno, la scelta compiuta. Ma tornare indietro è impresa impossibile, c'è un contratto firmato con quel diavolo di governo francese che ha una guerra in corso, e non vuole saperne di congedare carne da cannone. Il padre smuove consoli, ambasciatori, autorità politiche italiane e francesi, religiosi, militari, avvocati. Un tentativo di fuga via mare viene scoperto e impedito. Niente da fare. Antonio va in prima linea nell'ottobre del 1952. Carissimi, domani parto per l'Indocina e sono in tale stato che non so cosa scrivere. Non so scrivere altro se non quello di ringraziarvi tutti col cuore per quello che avete fato per me, specialmente Babbo e Mamma. Se non sono tornato a casa, vuol dire che era proprio destino fissato che dovessi partire. Vi ringrazio ancora con tutto il cuore e vi chiedo ancora perdono.

 

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Il programma della 33^ edizione:  

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