Mario Alberto Pelosi Stampa E-mail
copertina del volume       Mario Alberto Pelosi
Viaggio atlantico di un migrante
epistolario 1892-1908
prefazione di Saverio Tutino
Parma, Studio editoriale Norma, 1999
pp. 87 - euro 7,75

volume esaurito

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Nel gennaio 1908 Mario Alberto Pelosi, imbarcatosi sul “Lusitania”, parte da Genova per raggiungere Belém, città brasiliana e capitale dello stato del Parà. Mario è nato a Parma, ha circa 25 anni e ha conseguito l'abilitazione al mestiere di orologiaio, specializzato in disegno tecnico. Lavora a Milano e dintorni per un'impresa edile, ma gli scioperi operai del 1904 e del 1907, la morte in cantiere di un giovane dipendente e la rottura del fidanzamento con Laura, lo spingono alla partenza. Il suo carattere premuroso e sensibile emerge dalle prime lettere, scritte a partire dal 1892 mentre vive presso l'Orfanotrofio Vittorio Emanuele II: “Ti dirò mia cara mamma che ti voglio immensamente bene e che desidero fare sempre il possibile per esserti di consolazione”. Per Mario abbandonare l'Italia vuol dire dare una forma a quel sogno di agiatezza e di riscatto personale, da sempre ricorso: “Parto contento perchè so che là, ne l'America lontana, mi aspetta forse la fortuna; perchè ho la convinzione di compiere un dovere, cercando di lavorare molto per poter essere utile...”. Ecco quindi che sbarcando a Marsiglia, Barcellona, Lisbona e Tangeri, Mario si rivela attento osservatore: “Come sono brutti i tram di Marsiglia! Ancora con il freno all'antica da tramway di Parma, senza campanello elettrico” . Scruta, confronta e forse cerca di 'placare quell'intimo timore per l'avvenire, che non abbandona mai il suo animo: “Credi mamma, che quando smontai dalla barca avevo il cuore gonfio “. É soprattutto su Lisbona, avamposto sull'Atlantico, ultimo lembo del suo continente, che si concentrano le descrizioni, tanto più che vi capita nei giorni del riuscito attentato a Re Carlo I. Giunto in Brasile invia una sola lettera. Poi il silenzio, perchè le speranze di lavoro e tranquillità di Mario, emigrante sfortunato, sono state definitivamente sconfitte dalla morte, per un attacco di febbre gialla.

 
 
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