Premio speciale "Giuseppe Bartolomei" attribuito dalla Commissione di lettura, ex aequo
Albina Biondi e Diletto Manzini ‘Cara Uranina’ epistolario 1889-1899
Poche ma intense lettere, in tutto 24, raccontano una storia grande come la distanza che c’è tra l’Italia e il Brasile: Diletto, agronomo, rimane vedovo nel 1889 e subito dopo essersi risposato decide di emigrare verso il Sud America con la seconda moglie, Albina. La prima destinazione è Esteves, alla quale farà seguito Vista Alegre: l’obiettivo è sempre quello di andare in cerca di fortuna mentre la speranza è riuscire a ricongiungere la famiglia con l’arrivo della figlia Urania, nata dal primo matrimonio, rimasta in Toscana a Figline Valdarno e affidata temporaneamente al nonno materno. Le lettere raccontano la nascita di questo progetto destinato a svanire, nonostante Diletto ce la metta tutta: colpisce infatti la testimonianza di un uomo laborioso e pieno di risorse, ben accolto e stimato dalla comunità locale ma che, pur alternando successi e fallimenti professionali, morirà prematuramente proprio a causa del duro lavoro.
Giuseppe da Prato ‘Ai tempi dell’Ancien Régime’ memoria 1757-1777
Giuseppe da Prato nasce a Verona, nel 1757, in una famiglia nobile. All’età di undici anni, come vuole la tradizione, viene impiegato come paggio presso la corte di Giuseppe d’Assia-Darmstadt, vescovo di Augusta, salvo passare, alla morte di questi, presso la corte di Clemente Venceslao di Sassonia, vescovo ed elettore di Treviri, che lo invierà al seminario di Dillingen per completare la sua educazione. Impossibilitato a intraprendere la carriera militare in quanto unico figlio maschio della famiglia, chiederà e otterrà dal vescovo “l’emancipazione”. Il ritorno in Italia nel 1776 sarà però doloroso, soprattutto perché segna il definitivo allontanamento da Giosepha, figlia di un barone di Augusta, un amore tanto grande quanto impossibile da raggiungere.
Premio per il miglior manoscritto originale attribuito dall’Archivio diaristico
Antonino Sammartano Domani ti scriverò più a lungo epistolario 1922-1927
Un siciliano di 25 anni che ha combattuto nella prima guerra mondiale, si laurea in Lettere a Pisa dove conosce Anna, una ragazza di 17 anni che frequenta un corso di lingue alla Normale. Nasce l’amore, interrotto però dopo una breve frequentazione, a causa del rientro di Antonino in Sicilia a Mazara del Vallo. Dal 1922 al 1927 Antonino colmerà distanza e lontananza scrivendo ad Anna 300 lettere, a testimonianza del sentimento forte e sincero che lega i due giovani. Sullo sfondo scorre la vita: la preoccupazione per ottenere una cattedra per l’insegnamento e l’adesione di Antonino al partito fascista. Anna e Antonino si sposano e nel 1927, alla nascita del primo figlio, Anna si trasferisce definitivamente in Sicilia.
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Il programma della 29^ edizione:
copertinama la memoria non è in crisipiccolo museo del diariovenerdì 13 settembresabato 14 settembredomenica 15 settembrepremio tutino giornalistapremio città del diariofinalistipremi specialinovità editorialidownloadsostenitoricrediticontatti
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