“Perché proprio io mi sono occupato di diari? Forse perché come ‘rivoluzionario’ mi ero dedicato troppo allo strumento e troppo poco all’oggetto della rivoluzione sognata. Troppo al partito, poco all’uomo”. È il 1987 quando Saverio Tutino scrive questo appunto sul suo diario. Ha 64 anni, da tre ha fondato l’Archivio di Pieve Santo Stefano dopo una vita in cui era già stato - secondo una sua scansione sommaria ma efficace – balilla, partigiano, giornalista militante nel comunismo internazionale. L’intreccio delle sue vite, ben ricostruito da Camillo Brezzi nel volume scritto con Patrizia Gabrielli La forza delle memorie (il Mulino, 2022), culmina con la sfida dell’Archivio dei diari, l’ultimo progetto ‘rivoluzionario’ con cui Tutino intende indagare lo spirito del suo tempo e contribuire “a consolidare l’identità individuale presente”. È un approdo coerente con l’andamento della storia: dopo la fine della Seconda guerra mondiale e i decenni di oblio imposti dalla Guerra Fredda e dalla mancata rielaborazione del fascismo, le “rotture” sociali e culturali degli anni Sessanta e Settanta portano alla ribalta in senso democratico le masse popolari, e riconoscono un primato senza precedenti all’individuo e alla soggettività. Con gli occhi dell’uomo che ha attraversato il Novecento, Tutino si volta e alle spalle vede in miliardi di lettere, diari e memorie scritte da milioni di italiani lungo il corso del secolo, un giacimento inesauribile di testimonianze e informazioni da raccogliere e interrogare per trovare risposte sul mondo in cui vive e ha vissuto. Le lotte per i diritti civili, quelle operaie, il fascismo e l’antifascismo, la nascita dei totalitarismi, le ondate migratorie italiane… Marc Bloch nella Apologia della storia (1949) scriveva che “lo storico è come l’orco della fiaba: là dove fiuta odore di carne umana, là sa che è la sua preda”. Tutino conosceva bene l’odore delle scritture autobiografiche e con l’Archivio di Pieve costruisce la riserva di caccia ideale per generazioni di storici-orchi, e non solo. E se fosse oggi? Oggi che Saverio non c’è più, oggi che avrebbe compiuto cento anni, il modo migliore per ricordarlo ci sembra quello di porci questo interrogativo, per attualizzare il suo metodo e il suo insegnamento. Se fosse ancora qui ad aiutarci con la sua intelligenza e con le sue intuizioni a decifrare il nostro tempo difficile, a quali sfide risponderebbe il suo ultimo progetto rivoluzionario? “Cosa” sarebbe il suo Archivio dei diari del 2023? Dove fiuterebbe l’odore di carne umana e come organizzerebbe la caccia alla sua preda? Sono domande che richiedono una riflessione sui grandi temi del nostro tempo: ambientalismo, migrazioni, capitalismo digitale… E sui mezzi attraverso i quali l’uomo contemporaneo esprime il suo pensiero, a partire dalle scritture digitali e dai social network.
L'Archivio secondo Saverio Brani estratti da articoli, prefazioni, interviste 1989-2003
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Il programma della 39^ edizione:
copertinase saverio fosse oggiesposizionigiovedì 14 settembrevenerdì 15 settembresabato 16 settembredomenica 17 settembrepremio tutino giornalistapremio città del diariofinalistipremi specialicentenariospettacoliprogettinovità editorialidownloadattivalamemoriasostenitoricrediticontatti
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