Voci dalla guerra civile |
sabato 15 settembre 2012 ore 15,30 Voci dalla guerra civile incontro con coordina Camillo Brezzi letture di Andrea Biagiotti e Grazia Cappelletti L’Italia e il biennio 1943-1945. La storia e il biennio 1943-1945. La memoria e il biennio 1943-1945. Quella catena indimenticabile di avvenimenti e circostanze che hanno segnato il destino del nostro Paese: il 25 luglio e l’8 settembre, la resa e la resistenza, la Repubblica sociale e gli Alleati, i nemici e gli amici che si avvicendano, la guerra in casa e le deportazioni, la Liberazione e la riunificazione, l’attesa interminabile della fine del secondo conflitto mondiale. Nell’arco temporale che ricopre questi eventi l’Italia risulta solo formalmente divisa in due a causa della presenza militare di tedeschi e americani nel centro-nord e nel centro-sud della penisola: le “Voci della guerra civile” che si esprimono in prima persona nel volume di Luigi Ganapini raccontano una realtà diversa, articolata in un numero incalcolabile di vicende individuali e collettive che si rifiutano di finire sistematicamente catalogate da una parte o dall’altra della Linea Gotica. “Nelle scritture che ho letto e collazionato” spiega Ganapini, è “possibile trovare ancora il senso della scoperta, del subitaneo apparire di prospettive lontane nel tempo ma ancora significative per la coscienza e la memoria degli italiani”. Per avvicinarsi il più possibile a una comprensione storica esaustiva di quella catena di eventi non bisogna trascurare neppure uno dei numerosi frammenti che la raccolta autobiografica ha messo a disposizione della collettività e degli studiosi, i quali come afferma Ganapini devono circoscrivere il raggio d’azione al “compito di raccogliere e inserire brani di diari e di memorie" tratti, come in questa circostanza, “dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano nella trama dei «grandi» eventi del 1943-1945”. L’utilità di tale approccio diventa lampante nello sviluppo dell’ultimo capitolo del libro, intitolato “La guerra è finita” quando l’autore ricostruisce il quadro complesso ed eterogeneo dei punti di vista sull’armistizio e sulla fine del conflitto armato. “In ogni luogo, chi ha vissuto quei due anni di tregenda esprime passioni intonate all’esperienza da ciascuno vissuta cosicché nell’affresco di esultanza convenzionalmente attribuito a quei giorni possiamo intravvedere patimenti o gioie spesso assolutamente inediti”. La cesura definitiva che livella ogni stato d’animo, si frantuma in mille interpretazioni, sollecitato in tal senso da una «fine» che “non scocca contemporaneamente sull’intero territorio nazionale, ma che si sminuzza in una serie di eventi i quali suggellano la cessazione dei combattimenti in aree diverse. La Liberazione non è una data sola – scrive Ganapini - ma è un avvenimento che si scagliona nel tempo, ritmato dal passo degli eserciti della Grande Alleanza antifascista, in sanguinosa ascesa verso il Nord della penisola. E non è nemmeno un evento che tutte e tutti vivono con lo stesso entusiasmo”.
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