sabato 15 settembre 2012 ore 20,30 Primo spettacolo ore 22,00 Secondo spettacolo Pieve Santo Stefano - Teatro comunale
Parole nascoste reading itinerante per voci, diari e musicisti un progetto di Mario Perrotta
con Mario Perrotta e Paola Roscioli alle voci Vanni Crociani alle tastiere e fisarmonica e Andrea Laino alle chitarre I diari dell'Archivio di Pieve alle parole
Quasi trent'anni, quasi trenta vincitori, chissà quanti finalisti: i diari. I diari indagati, letti, rovistati, usati come traccia di un film, di un documentario, di libri e di tesi; i diari violati delicatamente e nel silenzio da chi studia, da chi si diletta, da chi cerca una storia precisa o chi si trova a passare per caso; i diari che fanno la storia, quella dal basso, senza differenze di appartenenza sociale, di genere, di provenienza geografica; i diari che hanno segnato la storia di Pieve, i diari-lenzuolo, i diari-calendario, i diari-scolpiti-nella-carta. Non è facile ricordarli tutti. Sono diventati migliaia in questi quasi trent'anni. Ma vale la pena di fare una passeggiata nel tempo dell'Archivio e andarne a ripescare uno o due per anno, per riascoltarli, come a punteggiare lo scorrere dei giorni - tanti - in cui questo luogo di memoria ha continuato a crescere grazie all'impegno di Saverio Tutino e di tutti i suoi collaboratori. Ora che Saverio non c'è più con il corpo, vale la pena segnare le tappe tangibili di questa sua creatura che è l'Archivio, marcando il tempo con le tacche sul muro - tacche a salire - come quelle di un bambino che cresce.
Ho scelto il cortile dell'Asilo di Pieve per immaginare un apparire e scomparire continuo di voci e brani di diari, dalle finestre, dal loggione, dai portali, sottraendosi alla logica classica dell'uno di fronte all'altro - pubblico e attore - perché le parole dei diari sono nascoste, sono private, intime, e non sempre amano essere lette di fronte: spesso preferiscono uno sguardo di striscio. Le parole nascoste di un diario, infine, non sempre dicono tutto; spesso lasciano intendere, come la musica. Ed è ai musicisti, appunto, che lascio il compito di intuire i movimenti segreti di una pagina, celati tra le parole che qualcuno ha scritto per sé, solo per sé.