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nata a Cuneo nel 1905, morta nel 1998 Spasimo d'amore patrio diario/epistolario 1922-1956 |
Vi è tutta una fioritura di sogni entro il mio cuore, una gioiosa attesa di un non so che cosa e un poco di sgomento. Ho diciassette anni. Nel giugno del 1922 Maria inizia a scrivere il suo diario: ha appena terminato gli studi e con trepidazione si affaccia alla vita. Trascorre la giovinezza divisa tra il lavoro nell’azienda di famiglia, i soggiorni estivi nella riviera ligure e i viaggi. Un pellegrinaggio a Redipuglia e sulle alture del Carso, teatro nella Prima guerra mondiale di sanguinose battaglie, lascia dentro di lei un segno indelebile e determina l’inizio di un lungo percorso interiore. Gli anni trascorrono veloci fino all’incontro con il vero amore, che avviene in un momento cruciale per la sua esistenza e per le sorti dell’Italia. La Seconda guerra mondiale è alle porte e Maria, che ha aderito con ferma convinzione al fascismo, incontra lui che veste la divisa come ufficiale richiamato in servizio per la minaccia di una guerra per ora scongiurata […]. Dal settembre 1940 presta servizio come volontaria presso la “Scuola per militari” e anche dopo l’armistizio resta fedele alle proprie idee. Insieme all’uomo che ama aderisce alla Repubblica sociale e il legame che li unisce si fa ogni giorno più passionale: sfuggo i suoi occhi che mi cercano e mi seguono, che mi scrutano e mi sconvolgono, che mi danno una pazza gioia e mi tolgono la pace. […]. Ogni progetto viene però spazzato via da una lettera in cui lui le rivela che per tener fede ad una promessa fatta alla madre, dovrà sposare una donna che non ama. Maria è sconvolta, cerca il coraggio di reagire e si tuffa più che mai nell’impegno politico. Sono ritornata al mio posto di responsabilità e di lavoro, legata alla triste sorte dell’Italia nostra, decisa a non abbandonare la strada della coerenza e dell’onore. Ma il pensiero di lui non l’abbandona: in questo spasimo d’amore patrio cerco di annullarmi per far tacer quell’altra sofferenza che mi tormenta, ma troppo spesso i piccoli episodi del passato s’affollano alla mente, me la riportano nel cuore. È il 25 aprile 1945: mentre una parte dell’Italia esulta per la ritrovata libertà per l’altra è il momento della ritirata e della resa. Maria viene imprigionata e detenuta per un anno prima di essere sottoposta a un processo che si conclude con l’assoluzione. È libera, riprende la sua vita solitaria fino a quando riceve una lettera dal suo lui. Durante un soggiorno a Roma si rivedono e Maria sente rifiorire l’amore. Quasi sette anni fa. Anni di lutto, di affanno e di dolore, e sempre in me lo stesso sentimento che, ora dolce, ora conturbante, era assopito ed ora vivo come se tutto il tempo mai fosse passato, ha fiaccato il mio cuore che, tornando a battere furiosamente ad un improvviso richiamo, non ha avuto forza di trovare riposo. Sui pochi, fugaci incontri che seguiranno incombe però la presenza della famiglia che lui si è costruito. Maria capisce che non potranno mai vivere pienamente il loro amore e, coerente con le proprie convinzioni, decide con dolore di porre fine alla relazione.
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