sabato 19 settembre ore 16.00 Logge del Grano
di Margherita Ianelli prefazione di Patrizia Gabrielli Storie italiane, Il Mulino, 2015
incontro con Giorgio Diritti, Patrizia Gabrielli, Claudio Silingardi e Marino Sinibaldi coordina Camillo Brezzi letture Paola Roscioli
Eravamo nell’autunno del 1972. I cinquant’anni li avevo compiuti il mese di aprile. Da piccola [...] avevo fatto fino la seconda elementare, quando scrivevo al mio futuro marito ch’era in guerra, lui mi scriveva che del mio scritto non ci capiva quasi niente. Mentre le sue lettere riuscivo a leggerle. Finito quella parentesi, non mi curai più del mio sapere. Anzi quando entrai nelle scuole per i miei figli mi trovavo a disagio, vedendo quei banchi e quell’ambiente, mi portava ai miei tristi ricordi. Parlare con le insegnanti arrossivo in viso, parlavo a stento. Con queste parole Margherita Ianelli, contadina orgogliosa di esserlo, dopo una vita passata sui campi, il disbrigo dei lavori domestici e sei maternità, decide di sedersi sui banchi di scuola mossa dalla caparbia tenacia e dal desiderio di migliorare la propria condizione, dalla volontà di riscatto dall’umiliazione. [...] La scrittura stessa è, allora, per Margherita Ianelli lo strumento di appropriazione del suo percorso di contadina povera e sola, capace di migliorare le proprie condizioni sia sul piano materiale sia morale. La sua vita è la somma di grandi e piccole prove, una sorta di corsa ad ostacoli che richiede energie, rigore, moderazione, che lei riesce a superare mettendosi alla prova. [...] Essere una donna intraprendente comporta critiche, persino le sue eccezionali doti di lavoratrice possono rappresentare una minaccia per i ruoli di genere. La lotta che la impegna, infatti, a cominciare dalle relazioni con il marito, è rendersi credibile e capace. La femminilità è una presenza prepotente in queste pagine. [...] La spavalderia, tanto rara negli scritti di donne della sua generazione, sintomo di una consapevolezza di sé e del proprio valore, costituisce, insieme alle tante apprezzabili pagine sulla storia del Paese, il cuore di questa autobiografia da cui deriva il loro forte fascino. Margherita rivela l’orgoglio di essersi misurata in campi, luoghi, ritmi poco usuali per le donne; di essere capace e resistente nel lavoro come nella gestione dei rapporti sociali e familiari; di contraddire, non necessariamente con l’aperta ribellione, le regole imposte. In sintesi, possiede tutti gli ingredienti per rappresentarsi come una donna eccezionale, fuori dal comune, diversa dalle altre. [...] Un’eccezionalità nella quotidianità di cui andare a testa alta, che le consente, all’età di settanta anni, di decidere che è giunto il momento per iniziare a ricordare e per guardare con fiducia al futuro.
dalla prefazione di Patrizia Gabrielli
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Il programma della 31^ edizione:
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