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sabato 15 settembre
ore 11.30
Logge del Grano

Ridotta Isabelle
Nella Legione straniera
senza ritorno da Dien Bien Phu - Lettere 1952-54
di Antonio Cocco
I diari di Pieve, Terre di mezzo, 2018

incontro con Giovanni Cocco, Gianluigi Cortese e Umberto Gentiloni Silveri
coordina Laura Ferro
letture di Andrea Biagiotti

L’epistolario di Antonio Cocco non è soltanto una narrazione individuale, una scrittura intensa e drammatica, è anche un pezzo di storia del secolo scorso. Un giovane nato a Padova e cresciuto a Venezia che per un brutto voto a scuola, un’interrogazione andata male, decide di cambiare vita, fino a rompere con l’ambiente che lo circonda: ha poco meno di vent’anni quando inizia un itinerario che lo porterà ad attraversare tre continenti, incrociando, suo malgrado, le pieghe della grande storia del Novecento.
Diversi, sotto questo profilo, i piani di lettura che in filigrana
attraversano le pagine delle lettere del giovane Cocco. In primo luogo, la Legione straniera e la storia dell’arruolamento forzoso subìto da tanti nostri connazionali. Il secondo piano di lettura, sullo sfondo della corrispondenza, è l’Italia degli anni Cinquanta, il contesto della ricostruzione. La storia di Cocco è parte delle contraddizioni di un decennio nel quale prende forma il miracolo economico destinato a cambiare il tessuto sociale del Paese.
Caro Papà – scrive il 18 giugno 1952 da Sidi-Bel-Abbes –, non so nemmeno come cominciare questa lettera e se avrò il coraggio di spedirla perché mi sento tremendamente vigliacco. Avrei voluto scriverti sin dal primo [momento] che entrai in Francia clandestinamente ma non potei se non al porto di Marsiglia e di nascosto. Non ti scrissi prima perché dovetti iscrivermi subito alla legione straniera e tu saresti senz’altro venuto a prendermi, non che mi dispiacesse perché lo desideravo con tutto il cuore...
Proiettato nel volgere di pochi mesi da Venezia a Dien Bien Phu, in luoghi allora sconosciuti alla maggior parte degli italiani. Là dove la caduta degli imperi coloniali europei si sovrappone all’affermazione delle due super potenze e dei blocchi contrapposti della seconda metà del Novecento, in un incrocio tra il passato e il presente della storia mondiale. È certo che il giovane, legionario forzato, era perfettamente cosciente del dramma e dei rischi cui stava andando incontro.
Nelle sue lettere traspaiono il senso di solitudine che deve aver vissuto, il rimpianto per ciò che è stato, la paura per ciò che avrebbe potuto essere.

dall’introduzione di Umberto Gentiloni Silveri

La testimonianza di Antonio Cocco ha vinto la 33esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino.

QUI potete acquistare il libro

Il programma della 34^ edizione:  

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