Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Tel Aviv, 9 luglio 1939. Quando quattro mesi fa lasciai l'Italia più per lo schifo che sentivo al calcare quel suolo che per un imminente pericolo, molti colleghi si affretta- rono ad esternarmi il loro dispiacere. Sentivo i loro discorsi che finivano per irritarmi soltanto. Per molti di essi, ad esempio, la persecuzione contro gli ebrei non nati in Italia poteva essere anche giusta, perché, si capisce, erano venuti nel paese a far fortuna alle spalle degli altri. Si accorgevano soltanto allora che quelli erano pericolosi per lo Stato, per la purezza della razza italiana, per il fascismo. Prima no, prima erano i benvenuti; ma ora che il padrone Hitler ordinava di ritenerli pericolosi, il Governo Fascista ordinava la loro cacciata. Loro non capivano ancora cosa si nascondeva dietro il paravento razzista, cosa volesse significare per l'eternità che l'Italia era diventata un paese razzista. L'immaturità politica del popolo italiano è pari a quella del governo che ha e che si merita, data la sua vigliaccheria.
Ettore Finzi, ebreo emigrato dall'Italia in Palestina nel 1939, insieme alla moglie Adelina Foà, per sfuggire alle persecuzioni razziali. Epistolario, 1937-1945
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Il programma della 33^ edizione:
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