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Grazia Cappelletti - foto di Luigi Burroni

Cara Grazia

Chiunque abbia frequentato il Premio Pieve si è imbattuto in Grazia Cappelletti e immagina cosa significhi per tutti noi affrontare il primo appuntamento del premio senza di lei. Grazia è stata la presenza più assidua e longeva. Era qui nel 1985, anno della prima edizione ed è l'unica persona che può vantare il primato di 32 edizioni del premio vissute e partecipate.
Noi eravamo abituati alla sua costante presenza tutto l'anno, nelle stanze dell'Archivio e nelle sale del Piccolo museo del diario. Il suo luogo preferito era lo spazio davanti alla teca del Lenzuolo. Lì ha letto pagine delle memorie di Clelia Marchi a tanti visitatori e lì potrete trovare la sua presenza anche oggi, perché davanti alla teca del Lenzuolo gli oggetti di Clelia sussurrano al visitatore con la voce inconfondibile di Grazia Cappelletti: "Care persone fatene tesoro di questo Lenzuolo chè c'è un pò della vita mia". Sì, care persone, fate tesoro anche della memoria della voce di Grazia Cappelletti che è stata la colonna sonora dei nostri giorni in Archivio fino ad oggi. Cercatela nel museo, nelle installazioni che le abbiamo dedicato. Guardate le immagini che la ritraggono, colorata, sorridente, appassionata nei suoi slanci generosi.
Nonostante la carica di vice presidente tenuta per quattordici anni, la sua qualifica preferita era volontaria. Un'autentica instancabile donatrice di tempo che si dedicava con amore a tutto quello che faceva. Al premio, oltre alle letture che ce la consegnano in tante foto con un microfono davanti, tutti la ricordiamo nei dettagli e ornamenti con i quali accompagnava gli appuntamenti gastronomici, merende sul prato, pranzi folcloristici. E in quella capacità speciale di accogliere tutti con un sorriso.
Noi nemmeno ci proviamo a sostituirla. Non saremmo mai all'altezza del suo stile ed è giusto che le persone lascino vuoti in quello che di più personale realizzano. Lo stile non si può rimpiazzare. E noi i vuoti che la vita ci riserva quando le persone dell'Archivio se ne vanno abbiamo imparato a riempirli di memoria.

Il programma della 33^ edizione:  

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