Nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Saverio Tutino vogliamo dare valore a uno dei gesti da lui più amati: la scrittura a mano. In migliaia di carte che sono conservate presso l’Archivio di Pieve Santo Stefano, comprese quelle che compongono i diari di Saverio, è stato compiuto il gesto di tracciare un solco di scrittura sulla pagina, lasciando una traccia di sé destinata a durare per sempre. Conservare queste carte nello stato in cui vengono depositate è uno dei compiti cardine di un archivio. La carta e la scrittura sono fragili. Hanno bisogno di cura, di contenitori adatti che li accolgano senza aggredirli. Non vogliono colle, non vogliono graffette o punti metallici che possono arrugginire, non vogliono plastiche, non vogliono piegature, non vogliono la luce.
Un archivio deve occuparsi di proteggere le sue carte scritte, le grafie minute, sregolate, colorate, piane, eleganti, confuse, dritte o pendenti che si dipanano su fogli bianchi, a righe, a quadretti. Scritture che a volte si incrociano come ricami, altre volte lasciano spazio a disegni, collage, inserzioni di stoffe, lane, lavori a uncinetto. Una varietà e ricchezza infinita di segni contraddistingue il lavoro di cura giornaliero per riporre ogni diario, ogni carteggio, ogni manoscritto in appositi, costosi contenitori.
In ordine di priorità ci stiamo occupando di dare una giusta collocazione a tutti i manoscritti, a partire da quelli più antichi.
Se vuoi contribuire a conservare la scrittura nel suo tratto originario sulla carta, diventa custode del passato.
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