Premio speciale “Giuseppe Bartolomei” attribuito dalla Commissione di lettura, ex aequo
Anonimo Quando a Bruxelles l’Ue era un miraggio diario 1914
Chissà cosa avrebbe pensato l’anonimo giovane autore di questo diario se gli avessero detto che la Bruxelles in cui viveva sarebbe diventata un giorno il cuore pulsante dell’Europa unita. Di certo tra il 1 agosto e il 18 settembre del 1914, nei giorni in cui riempie la pagine del proprio taccuino, quel tipo di prospettiva non doveva apparire neppure un miraggio: dalla capitale del Belgio in cui è emigrato con il padre per motivi di lavoro articola con cadenza quotidiana il racconto dell’escalation bellica della Prima guerra mondiale, l’occupazione tedesca e la reazione della popolazione locale rimasta sgomenta di fronte all’aggressione subita. L’orecchio è teso verso le notizie che giungono dall’Italia, verso la probabile entrata in guerra, ma le informazioni che riesce a raccogliere risultano discordanti e non lo aiutano a risolvere i dubbi sul da farsi. Tornare a casa per ricongiungersi alla famiglia o restare in Belgio sperando di evitare l’arruolamento? Nell’incertezza riesce comunque a farsi riformare alla visita della leva militare presso il Consolato, anche se l’ultima annotazione con cui si chiude il diario riporta la decisione di tentare il rimpatrio.
Teresa Stappo nata a Treviso nel 1818 Quando è nata l’Italia, io c’ero diario/memoria 1825-1891
Uno spaccato della vita aristocratica ottocentesca: quasi settant’anni di ricordi articolati in un diario-memoria che Teresa, borghese di nascita, elabora scandendo gli eventi della sua vita che si sono succeduti tra il 1826 e il 1891: dall’esperienza di educanda in collegio fino alla morte del marito, quando lo scritto evolve in un testamento spirituale rivolto ai cinque figli e ai nipoti. L’ingresso nell’aristocrazia veronese è conseguenza del matrimonio con il conte Federico Giuliari: da quell’evento in poi le cronache di vita familiare troveranno ampio spazio nei resoconti di Teresa. Sullo sfondo delle stesse pagine si stagliano però anche i racconti delle vicende che hanno segnato l’Unità d’Italia, che vedranno l’autrice inizialmente fedele agli Asburgo e poi, soprattutto per le imprese del figlio primogenito garibaldino, schierata patriotticamente a sostegno dei Savoia. Il pubblico e il privato si intrecciano mentre spiccano i racconti di eventi storici straordinari, quali le visite degli imperatori austriaci, la seconda guerra d’Indipendenza, la morte di Cavour e successivamente di Vittorio Emanuele II.
Premio per il miglior manoscritto originale attribuito dell’Archivio diaristico
Emilio e Giacinto Pagliai nati a Sinalunga (Siena) nel 1889 e nel 1895 Qua per ora stiamo benissimo epistolario 1913-1918
Due contadini toscani, arruolati nel 1913 e inviati sul fronte trentino nella Prima guerra mondiale, tengono un legame famigliare molto saldo attraverso la scrittura di lettere alla sorella Zelmira, che risponde con affetto a entrambi dando loro continue notizie di casa. Come un passaggio di testimone, Emilio scrive alla sorella fino al 1916, anno del suo trasferimento in Libia, mentre Giacinto dal giugno 1916 fino al 1918 scrive puntuali resoconti dalle zone di guerra, compresa l'Albania, senza mai parlare della vita militare. Dal carteggio emergono le varie vicende famigliari, con al centro la morte del padre e l'ansia per la madre rimasta sola con un figlio piccolo. Le preoccupazioni si allargano alle notizie di un altro fratello, rimasto ferito in combattimento. La rassicurazione che tutto va bene e che si è in ottima salute, è un tratto distintivo nella scrittura dei due fratelli. L'epilogo però è infausto per entrambi e nessuno dei due farà ritorno.
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Il programma della 28^ edizione:
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