Giambattista Prampolini Stampa E-mail
prampolini (Scandiano RE, 1834-1900)
Contro i briganti, dopo l'Unità
autobiografia 1834-1881

L'epopea ottocentesca di un militare modenese, inizialmente integrato nell'esercito di Francesco V d'Este, poi nelle brigate garibaldine, infine nell'esercito sabaudo, prima e dopo l'Unità d'Italia, in seguito alla quale sarà in Puglia e Basilicata a combattere le più temibili bande di briganti. Raggiungerà il grado di maggiore di fanteria. Accanto alla grande storia, le vicende famigliari: orfano di padre, madre sofferente di disturbi psichici, una carriera ecclesiastica fallita, due matrimoni, nove figli, di cui solo due gli sopravvivranno.


Prampolini Cav. Giovanni fu Giulio Maggiore di Fanteria in Riserva col giorno 15 Aprile 1890 diede principio a queste sue memorie, che lascia ai suoi figli in compenso di un patrimonio che a lui stesso mancò, e che poi seppe riparare a tale mancanza procacciandosi una posizione sociale colle proprie fatiche, buon volere, condotta e la coscienza del proprio dovere, che gli fu sempre guida in ogni sua azione.


Memorie Cav.Giambattista Prampolini

Ben ardua dovrebbe essere l'impresa, perché superiore alle mie forze, se pretendessi di voler dare a questi miei appunti un carattere di Romanzo-Storico o di Memorie di tutta la mia vita, piena di sfortune, emozioni e consolazioni, per l'assoluta mancanza di stile e di forma da farli passare al ridicolo, motivo per cui mi limiterò ad una descrizione sommaria, breve e semplice delle varie fasi e fatti, che dalla nascita ad oggi avvalorano quanto sto per dire.
All'epoca della mia nascita la famiglia Prampolini del fu Francesco di Scandiano (Reggio Emilia) si componeva della mia Ava Anna Montanari vedova del suddetto Francesco e dei propri figli Giulio, Angela, Luigia e Maria, della mia madre Zoboli Beatrice di Rubbiera e sorelline Giuseppina, Clotilde e del fratello, morto a circa 7 anni, cui ignoro il nome.
Dopo il 1815 come non fossero bastate tutte le disastrose conseguenze delle Guerre Napoleoniche, vi fu per sopramercato anche il flagello per un triennio (1816, 17 e 18) di una Carestia eccezionale da apportare nelle sue funeste conseguenze anche la sconfortante prospettiva di vedersi sfumare a poco a poco quei pochi averi, e ridurre più d'una famiglia a' mezzi assai limitati da stentare direi la vita, quando il criterio e l'operosità non avessero supplito a diminuirne gli effetti, e come ciò non bastasse, questa mia famiglia fu anche privata verso il 1820 del suo appoggio maggiore, del capo di essa, il mio Nonno Francesco, lasciando la virtuosa Nonna Anna, assistita dal solo figlio maschio Giulio, a proseguire prodigiosamente l'opera dell'educazione e mantenimento di una numerosa famiglia, e fu per essa il vero Angelo tutelare, sapendo conservare nel tempo stesso quel buon nome e prestigio che godeva come famiglia civile. Io poi che la conobbi per oltre 20 anni devo dire appassionatamente, che avrebbe meritato un Monumento, se tale onoranza fosse anche concessa alla virtù, operosità, disinteresse ed amore sincero alla propria famiglia. Dopo qualche anno dalla morte del Nonno Francesco, ed ancora in giovane età, mio padre Giulio si unì in matrimonio colla Zoboli Beatrice du Rubbiera, dalla quale ebbe 4 figli, due femmine e due maschi per nome Giuseppina, Clotilde, Giambattista, mentre dell'altro fratello maggiore non ricordo più il nome, essendo morto a circa 7 anni, quindi io ultimo rampollo di tanta stirpe ebbi pure i miei natali, come gli altri, nella nobile Terra di Scandiano il 18 aprile 1834 alle 10 antimeridiane e battezzato mi furono imposti i nomi di Giambattista, Luigi, Edoardo e Maria.

 
 
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