Milite ignoto quindicidiciotto |
Permàr / Archivio Diaristico Nazionale / dueL / La Piccionaia ____________________________________ MILITE IGNOTO uno spettacolo di Mario Perrotta ____________________________________
e da La Grande Guerra, i diari raccontano PRIMO STUDIO IN FORMA DI READING / 24 settembre 2014 - Pieve Santo Stefano calendario sito marioperrotta.it _____________________________________ collaborazione alla regia Paola Roscioli
E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l'orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù.
Ho scelto questo titolo, Milite Ignoto, perché la prima guerra mondiale fu l'ultimo evento bellico dove il milite ebbe ancora un qualche valore anche nel suo agire solitario, mentre da quel conflitto in poi, anzi, già negli ultimi sviluppi dello stesso, il milite divenne, appunto, ignoto. E per ignoto ho voluto intendere "dimenticato": dimenticato in quanto essere umano che ha, appunto, un nome e un cognome. E una faccia, e una voce. Nella prima guerra mondiale, gradatamente, anche il nemico diventa ignoto, perché non ci sono più campi di battaglia per i "corpo a corpo", dove guardare negli occhi chi sta per colpirti a morte, ma ci sono trincee dalle quali partono proiettili e bombe anonime, senza un volto da maledire prima dell'ultimo respiro. E nuvole di gas che coprono ettari di terreno e radono al suolo interi battaglioni senza un lamento. E aerei che scaricano tonnellate di esplosivo dal cielo e navi che sparano cannonate a centinaia di metri di distanza. Uno sparare nel mucchio insomma, un conflitto spersonalizzato in cui gli esseri umani coinvolti, sono semplici ingranaggi del meccanismo e non più protagonisti eroici della vittoria o della sconfitta. Ringrazio di cuore Pier Vittoria Buffa per il suo prezioso e originale lavoro che ha dato vita al sito internet La Grande Guerra, i diari raccontano (espressonline.it/grandeguerra/), sito che ho rovistato a piene mani e senza il quale questo spettacolo non sarebbe potuto nascere e Nicola Maranesi, per la cura dello stesso sito insieme a Pier VIttorio e per il suo libro Avanti sempre (ed. il Mulino) che mi ha suggerito il taglio emotivo dello spettacolo stesso. Mario Perrotta
Una delle più strepitose prove d'attore degli ultimi anni. Perrotta racconta l'esperienza del conflitto attraverso una doppia, straordinaria invenzione: da un lato crea una lingua, un particolare impasto di dialetti (...) Dall'altro la usa per evocare percezioni in primo luogo sensoriali, l'impatto uditivo, olfattivo, tattile con la guerra da parte di contadini analfabeti. L’effetto è sconvolgente. Scelta vincente quella di far parlare i soldati nei diversi dialetti, creando una Babele di suoni e accenti. Mario Perrotta ha plasmato un ennesimo cammeo rendendo vocalmente poetici e premurosi vari corpo a corpo in uno scenario di fango, sangue, carne, bagliori e fetori di poar crist. La sua visione “vale” un libro, scritto dalla voce, dalla presenza, dal gesto misurato di questo formidabile interprete che dà senso alle parole e alla vita degli altri. In stato di grazia Mario Perrotta ci fa sentire fango e miseria, fame e schifo della guerra. Grande o piccola che sia Un testo ricco e articolato nelle tante lingue degli «italiani» di allora. Un emozionante e polifonico “Milite ignoto” sui tanti poveri cristi della prima guerra mondiale. Un omaggio agli ultimi, agli eroi senza onori. Quello di Perrotta è un spettacolo di narrazione che sa essere poeticamente ricercato e al contempo estremamente accessibile ad un pubblico ampio [...] Con la forza delle sole parole e dell’intensa interpretazione, restituisce umanità a un tragico evento. Si lascia la sala entusiasmati, commossi, colpiti da tanta perfetta bellezza e da tale emozionante intelligenza. Straordinario compendio umano di dolore, ironia e appassionata indignazione antibellica.
rassegna stampa completa sul sito marioperrotta.it
|