Luisa Stampa E-mail

Brani scelti

luisa1 Borgo Flora 5 novembre 1981 (Presentazione)

Caro quaderno,
ti accorgerai subito che sono un pò tocca, già solo per il fatto che alla mia età con un marito e 2 figli da badare, una grande casa a due piani da pulire, galline, conigli e maiale quando manca mio marito e mio figlio, devo badare, orto e campagna con mio marito devo fare spesso tante cose (quindi pensa tu se vado a mettermi a perdere tempo con te che non serve proprio a niente e per giunta con la poca scuola che hò, ti puoi immagginare che pasticcio sarà) Però devi sapere che ho troppa voglia di parlare con qualcuno delle mie idee dei miei pensieri ecc. … Sò che se tu potessi parlare mi diresti (quardati intorno e c'è tanta gente, trà la quale potresti trovare la persona giusta per stringere amicizia con la, a maiuscola e poi tuo dovere sarebbe di trovare la maniera di costruirla con tuo marito.) Io ti rispondo che ci ho provato e come, ma purtroppo in questo ho fallito da sempre e chissà il perché? Forse lungo tutte queste pagine potrai capire qualcosa di me speriamo. Devi sapere che nel mio primo anno di matrimonio la delusione è stata cocente sul fatto che un marito può anche non essere capace di essere amico della moglie, quindi quanto spesso sono stata sola in casa mi sentivo scoppiare dalla solitudine e prendevo penna e quaderno per scrivere la mia tristezza, ma dopo alcuni anni l'ho rivisto e l'ho bruciato perché era incomprensibile pensa che erano 10 anni che non scrivevo più se vedessi la mia pagella della quinta elementare ti spaventeresti. Ora però stando vicino ai miei figli per aiutarli a scuola, e leggendo spesso perché mi piace la storia e l'informazione, geografia e scienze anche un pò i romanzi e la politica, sò di essere all'alteza della mia misera cultura e poi ho deciso di accettarmi come sono compresa l'ignoranza quindi hò messo nella facciata la mia foto con tutti i miei dati per sconfiggere ogni tentazione di bruciarti, perché mi guarderò e capirò che tu quaderno sei la vera Luisa nel bene e nel male e rinnegarti sarebbe un suicidio. Mi auguro di vivere abbastanza per non scriverti solo la mia vita da oggi e in poi ma di poterti raccontare anche il mio passato e tu quaderno cerca di sopportarmi.
Luisa

11 luglio 1983 (Io e Robi)
Con Robert ho molto chiacchierato nei giorni dopo che ha lasciato la scuola sia per aiutarlo ad accettare il padre e per fargli capire quante sofferenze avrei io potuto evitare non fossi stata tanto ignorante, perché tanti errori nella vita si fanno per mancanza di cultura e questo un pò vale anche per suo padre. Per cercare di diminuire il suo odio e disprezzo verso il padre: "che io trovavo un pò impressionante quel modo egoista di giudicare e condannare per qualche difetto e poi dette da lui che non si cura mai di guardarsi allo specchio per guardarsi i propri difetti e fare quello che può per non ripetere i difetti che trova negli altri:" gli ho fatto notare che continuando con quel passo lui sarà un uomo peggio di suo padre senza nemmeno la scusa della sfortunata infanzia e che non gli può certo dire che sia mai stato fanullone che desiderava tanto diventare qualcuno nel ciclismo (le frasi tra le virgolette non luisa2significano solo il mio pensiero, ma a Robert glie'le ho dette, queste sono le realtà dell'ignoranza non saper scrivere) oppure avere una cultura, ma con tanto rimpianto ha dovuto rinunciare, e in questo puoi dire che lui è quello che è non per sua pigrizia oppure perché è felice così, e tù questo lo sai benissimo, lui ha potuto prendere dalla vita quello che gli ha offerto, mentre tu sei accecato a criticare solo gli altri e non trovi tempo di vedere le belle cose che la vita ti offre e non le utilizzi e quinti quì sei inferiore tu, e non hai diritto di condannare qualcosa quanto tu invece di lavorare per evitare ciò che non ti piace ti metti a sedere a criticare. Gli ho raccontato come mi sono ritrovata sposata col padre e i miei tentativi di separazione e la mia insoddisfazione che è un miracolo se non sono rinchiusa in qualche ospedale psichiatra, perché tutto ha un solo significato. Cresciuta in ambiente chiuso senza scuola, non conoscevo nulla degli altri e della vita nel mondo, sapevo solo che le sole due cose esistenti per l'avvenire, sposarsi o farsi suore non mi soddisfacevano, la mia personalità e sensibilità mi dicevano tante altre cose, ma non ho mai avuto neppure il coraggio di dirlo mai a nessuno, tanto sentivo sia da anziani che da ragazze parlare solo di queste due scelte che tanto smaniavano soprattutto di trovarsi un fidanzato, che io avevo qualche dubbio su di me se ero normale e poi la mancanza di gioco e di amicizie da piccola, mi ha impedito di paragonarmi nel bene e nel male con gli altri e conoscevo solo i miei difetti, le virtù le vedevo solo negli altri, si può immagginare che confusione avessi a 15 anni, l'insicurezza su di me era tanta e tanta anche la paura di non riuscire a fare qualcosa da grande restare a muffire inutilmente mentre tante passioni mi bollivano dentro a volte la sofferenza di non riuscire a vedere qualche strada, era tanta da pregare di non svegliarmi qualche mattino, sposarmi non ero sicura, perché gli sposati che conoscevo non mi piacevano vedevo la loroluisa3 falsità ipocrita tra loro e mi ripugnava se pensavo al loro completo amore giurato in chiesa davanti a Dio e poi l'amore verso i bambini era tanto che non potevo non soffrire per tutti quelli che ne avevano bisogno e pensavo che sposandomi rischiavo di mettere altri a soffrire invece di cercare il modo di aiutare quelli che già esistono, farmi suora ero indecisa perché non accettavo il fatto che si doveva giurare di non sposarsi mai avendo scelto l'ubbidienza e la dedizione ai superiori e al prossimo, nei due casi avrei dovuto giurare ubbidienza o al marito oppure ai superiori che avevano l'autorità di mandarmi dove credevano per tutta la vita, io pensavo perché non bastava giurare sul vangelo di seguire l'esempio di Gesù e avere la propria autorità di scegliere di correre dove più c'è bisogno d'amore, per esempio nell'arco della mia vita anche la mia famiglia potevano aver bisogno di me, oppure potevo prima di morire in vecchiaia anche incontrare un uomo tanto solo e buono con i miei ideali rivolti al prossimo e allora che peccato ci sarebbe stato? Avrei dovuto scegliere di restare in famiglia a studiare e lavorare per non sentirmi di peso ai miei e prendere qualche diploma di studio per occuparmi di cose sociali, ma questo ora posso dirlo, allora sentivo solo gli sguardi preoccupati dei miei genitori per quella strana ragazza e di figli ne avevano 5 da sistemare e mi sentivo tanto male nel vederli preoccupati alla fine ho smesso di pensare e come un barattolo sulle onde del mare ho lasciato fare al destino e tutto questo perché i miei erano ignoranti con paure inutili e così mi lasciavano anche a me crescere nell'ignoranza che mi piaceva studiare non glielo mai dissi ai miei perché per varie cose a scuola ero stata somare e c'era tanto lavoro il coraggio mi mancò di fargli spendere i soldi e non essere promossa.
Luisa

Martedì 24 ottobre 1984 (Rifiuto di Robert per il pisgolo[go])
Venerdì scorso è stato l'ultimo giorno che sono stata dalla pisgol[og]a del consultorio, ho chiuso con queste visite senza risolvere il problema di Robert e il padre per il loro rifiuto a queste visite, per quello che riguarda mè grazie a Dio il momento terribile è passato e spero che Dio mi dia sempre la forza per mantenermi dentro la mia personalità e identità. Venerdì doveva essere un appuntamento di famiglia, speravo che si realizzava perché questa estate Dante con me una volta ci è venuto e proprio lui ha accettato la data con la dottoressa abbastanza vicina, però il giorno dopo era agitato e mi rimproverava per avercelo convito a venire con me, poi il giorno destinato venne la trebbia per il raccolto dell'orzo e così finì lì, ma poi lui ha avuto sempre più difficoltà con il figlio e ci soffre fino a sentire, disturbi fisici, così gli ho riparlato della dottoressa facendogli capire il momento critico che attraversa anche Robert che soprattutto su di lui ha il rifiuto fino all'odio, alla mia decisione non vedeva una risoluzione però non si oppose, la stessa cosa è stato per Robert. Giovedì quanto a Robert gli ho ricordato dell'appuntamento, ha alzato la voce e detto parole volgari anche verso la dottoressa cambiando di colore e detto che non ci fosse venuto neppure con la catena e se ne è andato a dormire. Quest'atteggiamento mi ha sorpreso e fatto venire l'idea che ha qualcosa nel carattere uquale al padre, spesso questa estate si è sfogato con me di come la vita le sembra brutta e inutile e come si sente fiacco e senza voglia di fare niente, e che spera che il padre muore così respira, io rispondevo di capirlo un pò perché era capitato anche a me e perché a 15 anni un pò capita a tutti; ma sé per vivere la tua vita credi che ai bisogno dell'assenza di tuo padre sei fuori strada, perché anche se brontola troppo nel senso negativo rinfacciando i piccoli errori come se fossero cose tanto terribili non avendo riuscito a far bene un lavoro o una dimenticanza, oppure ti rinfaccia le spese, in realtà a scuola te ci manda e sai che se volessi frequentare qualche sport non te lo impedisce e anche per uscire in realtà esci abbastanza per i 15 anni nonostante i brontolii e rifiuti a parole, quinti stai meglio di tanti altri che oltre ai genitori non apprezzabili per tante cose, hanno impossibilità vere per realizzare le loro ambizioni o per mancanza vera di soldi o per principio dei genitori e coi fatti impediscono ciò che vogliono ai figli, quinti perché tu credi che senza di tuo padre saresti felice?. Mi ha risposto perché non sarebbe obbligato a sopportare la sua presenza che gli fà schifo così qualche volta anch'io e non si dovrebbe vergognare fuori con gli altri. Gli ho fatto notare che fa parte della vita per tutti una parte di ostacoli e nessuno può dire con sicurezza che se non ci fossero sarebbe più bello, e gli ho detto che per me lui si trova ora difronte a un sacco da incollare più pesante delle sue possibilità, una persona umile e non egoista a scaricarlo agli altri riconosce che non ce la fà e trova la maniera un pò per volta di riuscirci anche chiedendo aiuto a un dottore quanto si tratta di sovrappeso pisgologo e questo vale anche per tuo padre che il sacco della vita gli è sempre stato pesante ma l'umiltà di misurare la sua possibilità e quindi trovare la maniera di diminuirlo gli è mancata, e allora quanto la stanchezza lo soffoca l'egoismo lo porta a scaricare sugli altri. Gli ho fatto la proposta chiara a Robert di prendere quell'appuntamento alla dottoressa che l'anno scorso mi ha un pò aiutato a superare la crisi, quel giorno che si sfogò con mè e mi ascoltò senza nervosismo cercai di dirgli che andare dalla dottoressa in famiglia poteva aiutare un pò tutti a capirci facendo capire in quali occasioni si scarica il proprio sacco agli altri, lui alla mia proposta non rispose con fiducia e disse che per il padre solo era utile, io insistetti che un dottore questi problemi li risolve in famiglia e lui rimase senza decisione e mi lasciò decidere a me. luisa4 Guel giorno si è comportato come un ragazzo grosso ma coscente che le sue idee e sentimenti potevano non essere giusti e si appoggiava, come è normalissimo a 15 anni si è bambini, invece la vigilia era presuntuoso ed egoista dicendo di non aver bisogno di nessuno e che sapeva lui come la pensava, in mezzo a tante parole più o meno inutili e nevrotiche gli sono scappate alcune molto significative queste: "Se io sono così, la colpa è vostra di tutti e due da sempre, certi comportamenti! Ricordo anche da piccolo!:" Queste parole dette quasi a se stesso con espressione grave mi hanno detto che c'è veramente la necessità di smuovere qualche ristagno in mente mi sono tornati alcune cose difficili da spiegarmi, perché anche se qualche volta ho cercato di entrare in confidenze con lui anche da piccolo quanto sapevo che era turbato per qual'cosa, mi rispondeva "non lo so" e credo che era sincero, perché da bambini deve essere difficile distinquere e spiegare i sentimenti brutti sù i genitori, sù altri argomenti i belli e brutti mi raccontava tutto e mi chiedeva consiglio, ne racconto uno di atteggiamento particolare che io capisco in un bambino di 5-6 anni come èra Robert, il suo turbamento, ma lui è stato esagerato capii che aveva una sensibilità molto accentuata sotto la sua timidezza, e forse come diceva la sua maestra un'intelligenza che lo portava ad approfondire ciò che circondava più degli altri mostrandosi più maturo della sua età, dire questo su lui adesso è pazzesco perché tutto si è capovolto è ègoista, insensibile su tutti e tutto, menifrechista tutto più del normale. Mia madre, circa 8-9 anni fà venne a farci visita dalla Toscana e si era vicino al compleanno di Robert così gli portò per regalo una bella camicetta (I rapporti con Dante erano movimentati c'erano gli interessi di mezzo che qualche anno prima turbarono l'atmosfera familiare quanto ancora i miei genitori abitavano quì e Robert coi nonni aveva il suo rapporto affettivo.) Quanto arrivò eravamo tutti a casa, dopo di mè salutò Robert che già vedevo incupirsi invece di sorridere, gli diede il regalo accarezzandolo e chiese se era contento di vederla, Robert non prese il pacco ma scoppiò a piangere scappando in camera sua per almeno mezz'ora, neppure il saluto ricambiò, restò chiuso in se stesso col viso serio per giorni, mamma se ne andò già la sera, cercò di farsi dire da Robert perché piangeva ma restò senza la sua risposta. Mi colpiscono le lacrime anche perché orgoglioso come éra non piangeva quasi mai soprattutto in presenza di altri, venerdì decisi di andarci ugualmente dalla dottoressa anche sola (Dante si è rifiutato con lo stesso atteggiamento del figlio) con la speranza di poterle raccontare quest'episodio, capire un pò questo capovolgimento della sua personalità, soprattutto accontentarmi, visto impossibile le normali visite dirette, di acquistare un pò più sicurezza e meno angoscia in mé pensavo che sapendo chi è Robert oggi e chi era da bambino, attraverso di qualche episodio sia da piccolo che adesso, sarebbe stato meglio di niente per un mio rapporto con lui più sereno. La dottoressa mi disse che non serviva a niente cheluisa5 gli parlassi di lui e non poteva farci niente se a scelto così Robert significa di non ritenerlo necessario, io risposi di capire, che lui non poteva giudicare sul mio pensiero per gli altri, ma gli promisi di raccontare episodi a forma di dialoghi e con distacco da parte mia, non c'è stato niente da fare, ha detto di non potermi ascoltare se non solo ciò che riquardasse la mia persona, mi disse che sono insicura, io risposi con voce calcata perché le trovavo inutili quelle parole: "certo se avessi la sicurezza non mi troverei quì:" Poi parlando di qualcosa di me, le mie risposte erano con qual'cosa della mia famiglia insieme alla mie personali, lei insiste di non nominarli e potevo chiedere di nuovo l'appuntamento per la mia insicurezza ho detto che non mi serviva e così l'ho salutata. Non capisco come sia possibile parlare di mé senza nominare la famiglia se i miei problemi sono loro, per esempio come quanto non sò che dire e ne che fare. Mi fermo quì troppo lavoro mi aspetta.
Luisa

Luisa T.
"Caro quaderno"
diario 1970-1985

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