Angelo Dall'Occo Stampa E-mail
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Angelo Dall'Occo
Una storia vera
presentazione di Alba Orti
prefazione di Adriano Romagnolo
Roma, Editrice LiberEtà, 2006
pp. 250 con ill.

 

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"In queste 250 pagine di vita vissuta vi è la più limpida, la più genuina, la più onesta e sacrosanta verità": e si tratta della verità di quegli 83 anni che vanno dal 1893 al 1975, gli anni della vita di Mario Dall'Occo, padre di Angelo (nato nel 1921) che compone la memoria. La fame, la fatica, l'ingiustizia sociale, le battaglie per migliorare le condizioni di vita di tutti, a Pontecchio nel Polesine, sono le costanti di queste due esistenze, quella del padre e quella del figlio. Le condizioni di vita vengono ricostruite con precisione: il lavoro nei campi sempre sottopagato, la violenza delle istituzioni (la prima guerra mondiale, il fascismo), la ricostruzione puntuale delle varie fasi del lavoro della canapa, al confronto del quale gli altri lavori nei campi "erano uno scherzo". E l'ingiustizia è tale che Angelo ricorda della giovinezza soprattutto l'odore del pane caldo, per lui costantemente proibito, e la tragedia del furto di 12 galline che gettò la famiglia in un'autentica prostrazione. Poi alle tragedie quotidiane della sopravvivenza si aggiunge quella spaventosa della seconda guerra mondiale, dei bombardamenti, delle rappresaglie nazifasciste, da cui Angelo scampa con la disperata e terribile soluzione di nascondersi in un cimitero. Dunque la scelta di aderire prima alla Resistenza e poi, a Liberazione avvenuta, ai partiti e al sindacato, che più garantivano la libertà e il riscatto dei lavoratori, diventa la logica conseguenza di questa esistenza-odissea che poi vedrà alti momenti di intensa drammaticità, come l'alluvione del Polesine (13-14 novembre 1951), la prospettiva dell'emigrazione, le difficoltà di trovare una sistemazione stabile, come il lavoro all'Alfa Romeo a Milano mentre la famiglia d'origine rimane a Pontecchio, le lotte operaie del 1968-69, che segnano "la grandiosa riscossa del movimento sindacale unitario". E quando un prete chiese al padre di Angelo ormai ottantenne quale pensasse che fosse il giusto destino dei ricchi, Mario rispose citando il trentatreesimo canto dell'Inferno di Dante: "La bocca sollevò dal fiero pasto".

Storie di antifascismo e di emigrazione
 
 
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