Brani scelti
Premessa Oggi è il 2 Gennaio 2000, una domenica. Questa mattina mi sono svegliato una prima volta attorno alle quattro, il sole non si era ancora levato, sentivo la vescica gonfia. Ho tergiversato un po', poi mi sono alzato e sono andato in bagno per liberarmi. Sono tornato a letto e ho dormito filato fino alle nove passate. Mi sono risvegliato triste. Mi capita spesso in questo periodo, ma oggi è stato peggio del solito. Ho sognato la mia Fata. Anzi no, ne ho sognate due. Una era nata nel '70, l'anno giusto, e mi era vicina, come un'amica stretta, o una sorella. L'altra era del '69, era sfuggente, ma era quella che desideravo di più. Si assomigliavano molto, ma non erano identiche. La seconda era visibilmente più matura dell'altra, almeno fisicamente. Il sogno è svanito mentre si stavano allontanando entrambe. Non c'erano più parole, anche se sentivo qualcosa di intimo che ci legava tutti e tre. Perdere questa sensazione di intimità, per quanto condannata a non diventare mai niente di più concreto, è quello che ha reso triste il mio risveglio. Mi sono trovato nella mia camera, nel mio letto, più solo che mai, con un intero millennio da affrontare e idee molto vaghe su dove voler arrivare. Non ci trovo niente di originale, o niente per cui sentirmi particolarmente afflitto e inveire contro il destino crudele o il governo ladro. Però mi fa male comunque, ed ho bisogno di dedicarmi a qualcosa di nuovo per mettere da parte ogni tentazione di vittimismo. E allora mi ricordo improvvisamente che in questo mondo sono tutt'altro che solo, e che soltanto una chiamata via modem mi separa da tutta la compagnia di cui posso aver bisogno. Mi trovo a lavorare negli Stati Uniti da più di tre anni. Sono ricercatore, in uno dei centri di ricerca per telecomunicazioni più prestigiosi del mondo. Mi pagano bene, e mi gratificano per quello che riesco a produrre. In cambio devo soltanto accettare di vivere in un posto che in sé non è neanche troppo male, ma in cui ho difficoltà a mettere radici e sentirmi in qualche modo integrato. Soprattutto non riesco a creare occasioni per arrivare a vivere una vita “normale”, con un minimo di dimensione familiare. In parole semplici: ho bisogno di una compagna, non ce l'ho, e non vedo come farò a trovarla rimanendo qui. Sto divagando. Dicevo che lavoro in un centro di ricerca. Questo implica che passo le mie giornate davanti a un computer (anzi due) e che quando torno a casa ce n'è un altro pronto a scattare agli ordini delle mie ditacce. Ormai “computer” è diventato per tutti sinonimo di “Internet”, e tra i servizi che Internet offre ai suoi utenti c'è l'e-mail, la posta elettronica. Il lavoro che faccio mi consente di rimanere costantemente appostato di fronte alla mia cassetta elettronica delle lettere. Tendo a leggere tutti i messaggi che ricevo appena arrivano. A volte, se si tratta di lavoro, devo rispondere prima possibile. Altre volte i messaggi vengono da amici sparsi per il mondo, e in questo caso le risposte maturano in modi e tempi molto vari. Possono essere immediate, perché ho cinque minuti liberi ed è chiaro che possono bastare per quello che ho da dire. A volte però i miei messaggi di replica attraversano lunghissime gestazioni, perché il tema da affrontare è delicato, o semplicemente perché voglio restituire il meglio di me alla persona che mi ha appena scritto. Lino Rizzo è di gran lunga la persona con cui ho scambiato più messaggi negli ultimi tre anni. Non certo per merito mio. A volte mi arrivano tre o quattro suoi messaggi prima che trovi il tempo, la voglia, o l'ispirazione per rispondergli. In tutto questo tempo non ha mai avuto una caduta di tono, un rilassamento di alcun tipo. Continua a scrivermi con tenacia, sopportando la mia scostanza senza troppi problemi. Credo che sia un semplice segno di amicizia. Non gli ho mai detto in modo chiaro che gli sono estremamente grato per tutto questo. Forse glielo ho fatto capire in altri modi. Almeno lo spero. Ho conosciuto Lino quando ero studente universitario, al Politecnico di Torino. Sin dal primo anno ci trovammo nella stessa sezione del Collegio Universitario Renato Einaudi, in Via delle Rosine, a due passi da Via Po e Piazza Vittorio. Io venivo da Città di Castello, in provincia di Perugia, con un diploma di Maturità Classica in tasca e la ferma volontà di uscire dal Politecnico meglio e prima possibile. Lino è nato a Torino, ma tornò con la famiglia a Cavallino, a due passi da Lecce, quando il padre Luciano andò in pensione. I primi anni i nostri contatti furono piuttosto blandi. Cominciarono a intensificarsi quando l'amministrazione del Collegio decise finalmente di dotare la nostra sezione di cucine in cui gli ospiti potessero preparare e consumare i propri pasti. Prima ci si doveva arrangiare con fornelli elettrici che piazzavamo di solito sulla mensola ribaltabile (qualcuno la battezzò “il ponte levatoio”) che tutte le camere avevano in dotazione. Le cucine, che divennero funzionanti a metà circa del terzo anno, offrirono nuove e importanti occasioni di socializzazione. Fu grazie alla cucina del mio piano che conobbi gran parte di quelli che sono ancora oggi i miei migliori amici. Tra loro, appunto, anche Lino. Ricordo le sue prime apparizioni. Spesso in accappatoio, praticamente sempre in zoccoli di legno, dello stesso tipo che più di dieci anni prima usavo per andare coi nonni in spiaggia, durante le villeggiature estive a Miramare di Rimini. Cucinava prevalentemente pasta, preparando la salsa di pomodoro con estrema cura. A volte bolliva verdure. Altre volte infilava lunghi panini ben farciti nel forno. Non mangiava mai nello spazio comune. Quando il pasto era pronto, si ritirava in camera a goderselo. Era chiaramente innamorato di calcio. Capitava a volte di vederlo (e sentirlo) palleggiare con abilità in corridoio. Possedeva una bici, recuperata probabilmente a Porta Palazzo. Lo vedevo spesso rientrare in collegio con lo zaino pieno di spesa fatta in qualche mercato popolare. I nostri contatti divennero sempre più frequenti, grazie anche ad alcuni amici comuni. L'ultimo anno passammo molto tempo insieme. I sabati sera a giocare a “pallina” (una forma molto ruvida di calcio domestico praticato con palla fatta di carta di giornale compressa e tenuta insieme con nastro adesivo), nella sala TV del sotterraneo del collegio. Le domeniche pomeriggio a seguire alla radio la progressione che riportò il Lecce in serie A, intossicandoci con la pizza polistirolica sfornata da Piero's e brindando ad ogni goal di De Vitis con dosi copiose di Lambrusco. Le lunghe serate dei giorni feriali a cazzeggiare in mezzo alla nebbia di Diana Blu e Rosse nella camera di Agostino, bibliotecario Cuneese mio dirimpettaio. Fu un anno grandissimo, nonostante le disavventure amorose che mi procurò. Lo chiudemmo alla grande, con una settimana di vacanza in Salento a dividerci tra irresistibili pasticciotti, aromatici Caffé Quarta, tuffi da scogliere da sogno, e pure l'immancabile partita a calcetto con collegiali convenuti da tutti gli angoli del Tavoliere. Poi per me vennero la laurea e il servizio civile, che mi riportò per un anno vicino a casa, a Perugia. Lino continuò a farsi sentire, malgrado la mia incivile attitudine al silenzio. Tornai a Torino a metà del 1995, per cercare nel Dottorato di Ricerca un obiettivo importante da perseguire, oltre che una buona scusa per tornare nella città in cui si trovavano gli interessi e le persone più importanti che conoscevo. Continuai a frequentare Lino, ma in modo meno intenso che ai tempi del collegio. Non abitavamo più a venti metri l'uno dall'altro, e la mia ossessiva attenzione per gli impegni di studio mi teneva lontano da chiunque non appartenesse ad una ristretta cerchia di amici con cui dividevo i miei interessi e attività principali: l'università, la musica, la politica, e un gioco di carte allora molto in voga. Il gioco si chiamava “Magic”, richiedeva carte particolari che si compravano o scambiavano individualmente, ed era diventato una presenza costante nel mio vivere quotidiano di allora. Nell'estate del 1996 la strada di Lino sembrò separarsi drasticamente dalla mia. Lui si trasferì con coraggio infinito in Inghilterra, insieme a Roberta, la sua ragazza, per trovare qualcosa di più interessante da fare di quanto potesse offrirgli in Italia la laurea in Ingegneria Elettronica conseguita con buon successo ma poco entusiasmo. Io volai a Ferragosto in New Jersey, per completare l'insieme di esperienze richieste per il conseguimento del Dottorato. L'intenzione era di fermarmici un anno, e poi tornare a Torino per tentare la lenta e faticosa carriera universitaria. E' a questo punto che comincia la storia che la raccolta di messaggi elettronici che sto mettendo insieme vuole in qualche modo raccontare. La storia è la mera sequenza di messaggi che io e Lino ci siamo scambiati dall'autunno del 1996 ad oggi. Sicuramente non segue un filo preciso. Ancora non mi è chiaro neppure il significato che si porta dietro, né il motivo vero per cui sto cercando di darle vita. L'unico fatto di cui sono certo è che mi sto appassionando a questa idea. Se tutto va bene, capirò dove sto andando solo dopo esserci arrivato.
From: lino@... Date: Oct 8 07:28:32 1996 Subject: boh? Dopo 5 giornate la neopromossa Lecce, fiamma ardente negli orgogliosi petti salentini, ha 15 punti, 4 sulla seconda, 7 sulla quinta. I granata hanno circa 8 punti. Controllare su internette, prego. Per favore, mandami qualche messaggio cybernetico. Anche dell'insalata di matematica, che qua è ora di pranzo. Cistapizza. Derizzis
Lino fa il tifo per Inter e Lecce, ma la presenza morale dell'Inter si attenua tutte le volte che il Lecce lotta per non retrocedere o per salire di categoria. Praticamente sempre. Il Lecce è la vera passione, e le prime parole di Lino dopo mesi che non ci sentivamo lo testimoniano perfettamente. Io tifo per il Torino. Sì, sono un Vecchio Cuore Granata, e quando lo affermo finisco addirittura per crederci. Ne sono orgoglioso, soprattutto quando considero tutto il carico di sofferenze che la bizzarra scelta maturata in una domenica pomeriggio del 1975 mi ha procurato nell'ultimo quarto di secolo.[…]
From: andrea@... Date: Wed Oct 9 10:14:35 1996 Subject: Lecce cha cha cha Il campionato è lungo e, come tutti sanno, la palla è rotonda, e non si può mai dire, nel calcio. Per il momento rimane la cruda realtà e devo accontentarmi di un faticato successo con il Cosenza, dopo aver rischiato di perdere in casa con il Barimerda. Oltretutto, sembra che il Toro giochi sempre peggio, di partita in partita. Secondo me non hanno azzeccato la preparazione atletica. Probabilmente li avrai già trovati da solo, ma a livello internet sono reperibili “C siamo” e “A tutta B” (non credo però che sia possibile procurarsi le sigle e le facce di Gianni Vasino e Mariolino Corso, indimenticati opinion meichers). Ho ricevuto sporadiche notizie sul tuo Albionico soggiorno, ma credo mi manchi qualche pezzo. Soprattutto, non so come ti trovi lì e se tutto fila liscio. E' quello che cercavi? Hai trovato nuovi stimoli per l'esercizio della nostra nobile professione? Come funziona la Regata? E' stato tradotto Fantozzi in Inglese? Ti raccomando di scrivermi messaggi che non richiedano più di tre minuti lordi per la lettura, dato che, come al solito, ho molto da fare. Se non riesci a compattare i contenuti, prova ad eliminare le vocali. E poi, tutto sommato, chemmenefregammè? C Andrea
From: andrea@... Date: Sun Dec 15 19:54:06 1996 Subject: Non ze la fazzo piu-u Siamo ormai al ridicolo: abbiamo perso pure con una squadra il cui nome in bocca a Lino Banfi diventa a tutti gli effetti una banfata... Continuiamo così... Pure la Primavera si è messa ad inanellare sconfitte su sconfitte sprofondando a metà classifica dopo un brillante avvio (tra l'altro, vittoria 6-1 a Inter in Coppa Italia, ma è ormai persa nella notte dei tempi). So che se resisto stavolta potrò dire di avere raggiunto il Nirvana calcistico e avrò tutti i requisiti necessari per andare in curva Scirea con la bandiera del Toro e incitare i Fighters all'amore fraterno, cantando alleluja al Signore per aver dato a loro Del Piero e a noi Cammarata. [...] Quest'estate credo proprio che tornerò a casa. Dovrei rientrare a Cavallo (ma non a Cavallino) tra luglio e agosto, ma non ho ancora alcun programma per le vacanze (il fatto che da qualche anno non faccio vacanze vere – almeno un mese - mi mette in crisi al pensiero di doverle fare di nuovo: quando ci si abitua al vuoto non si sa più come riempirlo). La sensazione di essere considerato subnormale solo perché non capisco quello che mi dicono ce l'ho anch'io, molto spesso. In realtà la colpa è la loro: perché cavolo si ostinano a parlare 'sta lingua della pizza, ché la nostra è molto più bella? Le mie difficoltà di comprensione hanno un altro risvolto nel fatto che spesso sembra che io tratti gli altri come se fossero idioti, semplicemente perché non capisco esattamente a che punto arrivano coi discorsi. Così gli ripeto le cose che ho già detto, e dalle facce deduco che qualcosa sta andando storto. Sul piano dell'adattamento agli usi locali, credo che la mia situazione non sia molto diversa dalla tua; posso addirittura affermare che la situazione ambientale è qui ancor più drammatica, perché, per quanto povere di motivi di interesse, in UK almeno le città ci sono, e se hai voglia puoi farti una passeggiata o incontrare gente per la strada. Qui le città non esistono e per muoversi l'unico mezzo utile è l'auto. Io non so come faccia la gente a vivere qui in modo stabile; quello che mi salva è la consapevolezza di tornare presto in Italia e il fatto che prima di partire abbia azzerato qualunque pretesa, preparandomi al peggio, e imponendomi una sorta di letargo emotivo. Le uniche conoscenze che ho vengono dall'ambiente lavorativo, e non è facile uscire dal circolo vizioso perché nessuno dei colleghi sembra avere una vita sociale al di fuori dei Labs (oltretutto sono tutti rigorosamente uomi!). Aggiungi il fatto che sono tutti ingegneri e che la maggior parte (con qualche sporadica eccezione) non lo dimentica mai e la torta (o la pizza) è fatta. Ti ho mai scritto che ho convissuto per due mesi con uno studente Australiano dall'ingenuità spaventosa, derivante, a suo dire, dallo stile di vita che ivi conducono? A costo di paurose bollette telefoniche che lui ha accumulato prima di partire e io ho pagato dopo la sua partenza, mi sono guadagnato un invito da quelle parti nel giro di qualche anno. Se ti interessa posso chiedergli se è disponibile a farsi mettere in contatto con te che sei solito sognare di canguri e koala, di echidne ed emù, di wombatt ed ornitorinchi. La sua famiglia (di origine Thailandese) gestisce un ristorante esotico e magari hanno bisogno di un maître, o di un igienista diplomato per lavare piatti e tazze da cesso. Saluti al Carduso, Andrea
La squadra che ha sconfitto il Toro è il Chievo Verona. […]
From: andrea@... Date: Mon Feb 10 15:22:59 1997 Subject: Viareggio Caro Lino, spero che ti sia rimesso e che l'eliminazione del Lecce ad opera del Toro nel Torneo di Viareggio non ti abbia procurato una ricaduta. Puoi consolarti al pensiero che i cugini del Barimberda vi hanno degnamente vendicati in finale, portandosi a casa l'ambito trofeo (e domenica potrebbero fare il tragico bis). Ti saluto, invidiandoti la possibilità di registrare ogni puntata di “B lancio”. Andrea
From: lino@... Date: Mon Feb 11 05:16:50 1997 Subject: Re: Viareggio Innanzitutto, si dice “A tutta B”. La suddetta è, come dovresti sapere, una rubrica su unternet (non l'ho fatto apposta, ma d'ora in poi dirò “unternet”). Sono appena tornato dopo un'influenza turbociclonica con mal di testa senza sosta per 5 0 6 giorni. Ho avuto quindi il privilegio di vedermi la diretta di Torino-Bari. Il Toro era più forte, ma un idiota si è fatto subito espellere. Il Torino ha comunque attaccato, ma il Barimberda ha fatto un golle in contropiede. Siete sempre dei polli. Forse Torino-Lecce sarebbe stata la finale più giusta. Il Leccione ha miracolosamente pareggiato. Mancava mezza squadra, e l'ultimo quarto di partita eravamo in dieci (come quasi sempre). Pare abbia dimostrato di essere una squadra solida, ma temo il tracollo. Per il Toro non ti preoccupare, solo una domenica di relax, lo controllo io con il satellite. Ho la testa confusa, ti saluto. Lino
From: lino@... Date: Thu Mar 6 10:37:29 1997 Subject: sdhgg Questa mia è giusto per comunicarti che mi sto scassando le palle. Oggi è la prima giornata soleggiata, abbastanza calda (gli Inglesi dicono estiva) e non ventolata contemporaneamente. Sembra proprio che ci siano direttive dall'alto per far salire in A i vostri gemelli Genoani al posto del Lecce. Nelle ultime settimane stanno succedendo cose strane. Lecce scandalosamente danneggiato domenica scorsa, e anche un po' il Barimberda che affrontava il Genoa (che comunque sta giocando bene). Ultimamente al Lecce stanno dando in testa da tutte la parti, a partire dallo scandaloso arbitraggio di Lecce-Reggina, fino a quello di Empoli. Due giornate di squalifica a Zanoncelli (espulso per doppia ammonizione, la seconda esagerata) e a Mimmo Francioso (questo forse è un bene, in quanto sta continuamente sbagliando gol facilissimi). Squalificato Ventura fino al 24 marzo, e questo scioglie il nodo di Gordio: se Ventura si arrabbia con gli arbitri, vuol proprio dire che stanno esagerando. Qua mi sto scocciando parecchio, per cui il Lecce diventa sempre più importante. Non ho una valida supervisione, le indicazioni sono un po' vaghe e non vengo aiutato granché. Gli obiettivi sono lontanissimi, per cui dovrei pormeli da solo, cosa impossibile per un carattere da scansafatiche come il mio. Probabilmente, se tutto andrà relativamente bene, fra tre anni avrò finito il dottorato avendo operato un salto di qualità praticamente nullo. Credo di essere destinato a vivere facendo cose che non mi interesseranno mai, anche se, in questo frangente, confermo di essere contento della scelta. Le difficoltà personali, a parte la supervisione, sono quelle previste: difficoltà nell'affrontare problemi pratici (vedi uso computer, per qualsiasi esigenza), quasi impossibilità di instaurare rapporti personali, lingua. Qua in laboratorio sono con altri tre ragazzi. Uno è disponibile con me, anche se non si apre moltissimo, ma è normale. Uno degli altri due è ostile e si diverte a prendermi in giro perché non ho mai usato una saldatrice, mentre loro, notare, spendono tre settimane di laboratori a fare una minchiata del genere, altrimenti non si laureano (in tre anni). Il terzo è innocuo e abbastanza disponibile, ma sicuramente anche lui mi ritiene un perfetto idiota. La buona birra mi aiuta parecchio. Ora ti saluto che ho i fagioli sul fuoco. Lino
From: andrea@... Date: Thu May 8 15:11:44 1997 Subject: Le piramidi Caro Lino Gulliver, sono rimasto completamente inebetito dai tuoi propositi turistici. Un elemento di insana curiosità sorge spontaneo di fronte a tanto ramingare: dove li trovi i soldi per finanziarti? Tanto per rimanere in tema finanziario, hai notato la somiglianza di fondo tra il crucco-sistema per fare soldi che volevi rifilarmi/ci e le Piramidi Albanesi? Tanto per non abbandonare il ramo-viaggi: domenica, purtroppo, non potrò venire a lavorare, e così scoprire in tempo quasi reale quante ne ha prese il Toro: devo andare a New York per un appuntamento con una hostess della British Airways e svariate colleghe annesse, e la cosa mi turba molto. Per semplicià vado a prenderla direttamente in albergo. Ti farò sapere com'è andata (svelando magari i grotteschi retroscena). Ieri sono diventato membro della YMCA, così posso andare in piscina tutte le volte che mi pare. Ho comiciato da una settimana, e la qualità della mia vita è migliorata di un buon 100%. Forse riesco a ridurre il numero di lobi in cui la mia panza è attualmente ripartita. Nuotatrici in vista, purtroppo, nessuna. Diventerò ricchione come i mitici Village People, che alla YMCA dedicarono un'indimenticabile canzone (dello stesso periodo: “In the Navy”). Quante ruote di scorta ti porti dietro? Tanti peti, Andrea
From: lino@... Date: Fri May 9 12:57:12 1997 Subject: Cheope I soldi: borsa da 430 sterline + 30-40 per correzione compiti + 180 che la mamma mi regala per l'affitto (io accetto volentieri, se non me li danno ora non li usano per loro, come li invitiamo sempre a fare io e mio fratello, ma me li tengono da parte per quando mi sposo, e credo che anche in questo caso debbano ricomparire i dinosauri). In tutto fa 650 sterline. Riuscendo a metterne da parte sui 300 al mese ogni mese e avendo ancora da parte sui 1500, strascico del regalo di laurea, posso permettermi di viaggiare quasi ovunque, tenendo presente che: (i) non penso assolutamente a mettere soldi da parte, (ii) i biglietti aerei qui costano molto meno che in Italia, (iii) sono ufficialmente uno studente e quindi usufruisco di sconti, (iv) mi ospiterebbero in buona parte dei posti che ho in mente, e (v) quello che ho in mente si può realizzare solo in parte. Il meccanismo del crucco-sistema e delle Piramidi è lo stesso, naturalmente. Solo che uno spera di non essere alla base della piramide. E in ogni caso vendendo i 3 biglietti si va in pari. Quando si acquistano si conta sulla fiducia nei confronti di coloro che ti hanno promesso o che ti hanno fatto intravedere la volontà di acquistarli. Ai miei occhi tu eri uno di questi ultimi. Il mio amico carogna di Sheffield ha partecipato un paio di anni fà. Quando sono stato da lui lo scorso luglio, gli arrivavano continuamente banconote o bonifici di 50 marchi o 20 sterline. Sulla moralità della cosa possiamo discutere all'infinito, ma a questo punto dovremmo discutere di tutto ciò che comporta spostamento di danaro senza grossa fatica. Anche la mia borsa di studo vacillerebbe. Sono ansioso di ricevere notizie sul consesso di hossess che ti attende. Purtroppo devo riconoscere che tu fuori forma sei sempre superiore a me allenatissimo, e l'ho già verificato. Linisha
From: lino@... Date: Mon Nov 17 06:03:31 1997 Subject: fafaf Ciao caro. Sei là? Che fai? Tifavi per l'Italia o per la Russia? Lino
From: andrea@... Date: Mon Nov 17 10:44:35 1997 Subject: Re: fafaf Caro Strapizzo, purtroppo sono qua, anche da un pezzo ormai (credo di aver compiuto oggi il primo mese). In verità, sono stato un po' anche là, laggiù nella Rizona, la settimana scorsa. Sono andato a presentare un papero a Globecom e ne ho approfittato, insieme al capo, per fare qualche girettino in (a)Rizona (Grand Canyon, Petrified Forest, Painted Desert, Monument Valley). John Wayne e Aquila della Notte mi hanno chiesto, “se non le dispiace”, di salutarti (ovviamente, ho preferito aspettare notizie certe della tua presenza in Albione prima di trasmetterti messaggio alcuno di riservatezza assoluta). Avrei voluto esultare all'unisono con te per lo spugnamento di San Siro da parte del Chà Chà Chà, ma i soliti impegni me lo hanno rigorosamente impedito. In compenso, possiamo esultare insieme per l'unico successo politico comune da 20 anni a questa parte (l'elezione di Rutelli, come al solito il male minore, applaudita persino da Marco Giacinto). Ovviamente, ho tifato Italia, che è al momento politicamente rappresentata molto più a sinistra della Russia (ai tempi di Belanov, Zavarov e Yakovenko e soprattutto Breznev avrei avuto molti più problemi a decidere). Comincio però a dissentire con Maldini, che mi tiene fuori il mio giocatore preferito del momento, tal Anthonio Chonthe. Pare che il Toro ce la faccia a salvarsi, ed è già abbastanza. À la prochaine, Andrea
From: lino@... Date: Fri Nov 28 12:55:14 1997 Subject: Raffaffaff Minchia, ti invidio moltissimo per l'Arizona. Ti invidio anche per altre cose, ma è meglio se non te ne parlo. Io persisto a fingere di fare ricerca e ad infortunarmi ogni 2 o 3 partite di calcio o calcetto, saltandone quindi il triplo. Mi consolo con le brillanti performance giallorosse, si vede la mano di un creatore di gioco come Prandelli. Non posso esimermi dal dirti che la cura Reja sta dando i suoi frutti. Al di là di questa roba, non mi ricordo più perché si ringrazia il Signore nel Thanksgiving Day. Me lo potresti ricordare? Potresti anche dirmi come e con chi hai fatto bisboccia? Io attendo le vacanze natalizie. Come al solito ho un desiderio consistente di andare qualche giorno a casa, ma so già che, come al solito, poi sentirò la necessità di fuggire. Non è per cattiveria, ma è proprio stressante vivere a Cavallino. Comunque farò prima una capatina di due giorni a Torino e quattro a Praga con Roberta, con la quale le cose vanno decisamente bene. Credo che la cura albionica cominci a dare i suoi frutti. Poi 9 giorni a Cavallino. Farò in tempo a vedere allo stadio Lecce-Empoli prima di tornare. Spero che il Papa Negro (Roberto Carduso) mi voglia accompagnare al Via del Mare. Se metti su un'azienda, sono disposto ad essere assunto come spugnetta per francobolli, si placet. Ciao e buon fine settimana, Lino
From: andrea@... Date: Tue Dec 02 09:41:17 1997 Subject: Re: Raffaffaff Caro Strapizzoide, perdonami se ti rispondo in ritardo. Il motivo è che per il Thanksgiving sono miracolosamente andato in vacanza (ben 4 giorni!). Questa volta sono stato a Boston, dove ho mangiato il tacchino e respirato la stessa aria che ossigenava le meningi di Larry Bird. Ho finalmente bevuto molta birra (Samuel Adams) e pure un po' di Vodka (del Connecticut). Affettivamente, la vita del turista non è male. Ero ospite del mio subaffittuario dell'estate scorsa, un Italo-Spagnolo con residenza a Tangeri e grandi qualità umane, che potrebbe significare altre piacevolissime vacanze, al di lì dell'Oceano. Nota didattica per il sempliciotto: il Thanksgiving viene celebrato per ringraziare il Padreterno per il ben di Dio (il suo, appunto), che ha fatto trovare ai primi coloni che riuscirono a insediarsi in zona. Avremmo dovuto andare a Plymouth a vedere la celebrazione, ma la distanza e la pigrizia ce lo hanno impedito, facendoci anche perdere una discreta rissa tra celebranti e sostenitori degli Indiani, che ringrazierebbero solo se fossero masochisti. Ho mangiato il tacchino nella mensa del M.I.T. (Mangia Il Tacchino!), e poi sono andato a spetazzare in giro per Boston e a prendere una cioccolata calda al Caffé dello Sport (gestito da Egiziani). Sono sempre più intrusiasta delle imprese chà chà chà: un punto preso agli Orobici di Emiliano è sempre gran soddisfazione. A questo punto, liquidato il discorso-salvezza (retrocederanno Napoli, Piacenza, Empoli e Inter) l'obiettivo stagionale può tranquillamente diventare lasciarsi dietro il Barimberda. Reja, dopo un avvio stentato, mi sta restituendo fiducia nel Vecchio Cuore Granata (a esser sincero, credo sia merito più che altro del portafoglio di Milena Vidulich). Speriamo che duri, e che il girone di ritorno non sia come quello dello scorso anno. Speriamo. Per Natale traslocherò e cercherò di non pensare troppo all'Italia. Avrò modo di rifarmi a febbraio, anche se temo che non potrò fermarmi molto. Mi felicito per i tuoi successi nella vita di coppia. Anch'io, con me stesso, mi trovo ultimamente ad andare molto d'accordo. Ossequi al Papa Negro, Andrea
From: lino@... Date: Mon Dec 14 07:19:39 1998 Subject: Il caso Lentini Caro Andrea, affettivamente è da un po' che non ci si scrive. È chiaro che tu lavori, ma la cosa anomala è che ultimamente anch'io sono stato impegnato parecchio. S'intende, nell'orario normale di lavoro. Alle 5:30 scappo comunque, a parte casi eccezionali. Ieri ho visto il golle di Lentini in tuffo di testa, un vero babà. Ora, non vorrei che la prendessi come una iattura, ma pare proprio che quest'anno il Mondo faccia il suo dovere. Lo so che ho detto lo stesso i due anni scorsi, quindi stratoccati pure il pendaglione. I giallorossi mettono in mostra un gioco troppo lento, e i solisti non possono quindi brillare come sarebbe nelle loro potenzialità. Vorrei sapere come e' andata quest'anno nel Thanksgiving day e cosa succederà a Natale. Baci, Lino
From: andrea@... Date: Thu Dec 17 11:40:41 1998 Subject: Il caso Muzzi Caro Rizzoloni, in questo clima di fratellanza natalizia che porta gli Amerangli a regalare botti di capodanno agli annoiati Iraqueni, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, e nella fattispecie del fatto di non averti dato per lungo tempo solida prova delle attenzioni che quotidianamente ti rivolgo (è assolutamente vero che ti penso, è solo che non lo do a vedere). Malgrado la mia smisurata attenzione per atteggiamenti scaramantici e rosarioni in sala mensa per propiziare opportuni rimbombalzi della sfera da cui tutti, bene o male, dipendiamo, mi sbilancio: “Credo si possa prudentemente dire che il Mondo sia sulla strada buona per la quadratura del cerchio.” (Qui lo dico e qui lo nego.) Il motivo principale di ottimismo è dato dalla rimozione di Massimo Crippa non soltanto dagli undici titolari, ma anche dalla panchina, dove è invece rientrato un redivivo Minotti. Non vedo limiti a quello che riusciremo a produrre quando anche i Brambilla, i Sommese e gli Artistico torneranno a menar calcioni nell'agone pedatorio. Mi dispiace molto per le attuali difficoltà dei Giallorossi chà chà chà, ma vedrai che alla lunga il ritrovato binomio Nedonesonetti-Cyprien saprà dare ai fantastici CUCN, dalla benemerite intenzioni e pietosa mira (vedi assalto a Moggi tradottosi in ferimento dell'autista), le soddisfazioni che si meritano, e soprattutto l'opportunità di provarci un'altra volta con Lucianone. Quanto al resto, ho ricevuto due graditissimi messaggi da Totomuzzi, che so essere stato costretto ad assistere a tua esibizione calcistica in condizioni metereologiche proibitive, e mi ha rivelato un evento da pura fantascienza (il matrimonio di Pasqualino) e riferito sulle incertezze associate ai correnti vagabondaggi del Re del Frullato fratello Riccardo, attualmente disperso a Katmandù. Che dire a questo punto: tra 6 ore me ne volo verso l'Italia. Prendo una tirittuppete curva larga passando per Roma invece di puntare subito su Arezzo (velleità nulle), e poi, sabato pomeriggio, farò lo straniero nella squadra di ammogliati di mio fratello, tanto per saggiare i progressi calcistici prodotti da 6 mesi di duro esercizio e dribblings ai danni di veri pazzi criminali e analfabeti del calcio. Te fazz' li megl'augur di Natal e Feliz Ann Nuov, attìa ep'pure alla signora tua, e salutamittanto Mammà (Tina?) e Papà (Luciano, del cui nome mi ricordo meglio grazie all'indelebile rima coniata a suo tempo da Ciufoletto). Andrea
From: lino@... Date: Thu Dec 17 12:51:14 1998 Subject: Re: Il caso Muzzi Finché non imparerai che “qui lo dico e qui lo annego”, di sicuro sarai destinato alla cadetteria. Mi sorprende che tu voli in Italia, ma tant'è. Se leggerai il messaggio in tempo, anch'io ti auguro di vivere bene il soggiorno itagliano. Anch'io vorrei giocare a calcio, ma quando ho parlato per telefono con Peppocchio Nero, pochi giorni fà, mi ha risposto: “Se tu organizzi io ci sono”. Peppocchio lavora al Comune di Torino, beato lui. Lui e Carduso sono le persone che più invidio in assoluto. Carduso è appena sceso a Lecce da Bologna. È sempre più Papa Negro. Io scendo il 23 a Torino e il 27 a Lecce, poi torno il 6. Visto che lasci le bombe per i bomboloni (e se vieni da me avrai anche i pasticciotti), fai buon viaggio. Ti saluterò Roberta e i miei, grazie. Lino
Andrea Francini e Carmine Rizzo "La cura Reja" epistolario 1996-2000
notizie e schede il commento del lettore
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